
Mi duole dover pubblicare questo post su Marrazzo, soprattutto alla vigilia delle elezioni primarie del PD, ma se si vuole fare informazione, le notizie non possiamo sceglierle a nostro piacimento e neppure quando ci fa comodo.
Pubblico quest’articolo apparso sul Messaggero, ho scelto il Messaggero perché è l’unico che ha riportato fedelmente le dichiarazione dei principali partiti.
Dal mio punto di vista, IN LINEA GENERALE, un presidente di una regione che cede ai ricatti dovrebbe dimettersi, corre l’obbligo precisare che ancora non è chiaro se questa ipotesi corrisponde o meno alla realtà.
Marrazzo dice che tutta una montatura, fin quando non viene dimostrato il contrario, in uno stato di diritto, abbiamo l’obbligo di credergli.
La cosa che mi stupisce sono le dichiarazioni di Franceschini che ormai è assodato che per essere eletto alla segreteria del PD sarebbe disposto a tutto, e le dichiarazioni di Casini, e mi chiedo ma da quale pulpito?
Capisco la squallida quanto furba dichiarazione di Storace, lui in condizioni analoghe rassegnò le dimissioni, solo dopo aver avuto la certezza di andare ad occupare il posto di Ministro alla Sanità, ma questo è un dettaglio.
Non capisco neppure chi nel PdL dice che questo clima è dovuto ad un comportamento scorretto di alcuni organi della stampa, cosa dovrebbe fare la stampa, tacere?
Ma è normale che il Premier possa essere ricattato da quatto puttane e il Presidente di una Regione da quattro Carabinieri? Ma che paese è questo?
Il Messagero ROMA (24 ottobre) - Sono iniziati nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori di garanzia dei 4 carabinieri accusati di aver chiesto denaro al presidente della Regione Piero Marrazzo dietro la minaccia di divulgare un video un video che lo ritrarrebbe durante un rapporto intimo. Intanto prende corpo l'ipotesi di dimissioni del presidente della Regione. E alle 12 ha preso il via una riunione di maggioranza nella sede della Regione Lazio. L'incontro nello studio al primo piano del vicepresidente Esterino Montino. «Adesso incontrerò il presidente Marrazzo - ha detto Montino lasciando la sede della Regione - per informarlo della chiacchierata e per sentire il suo parere».
Riunione in Regione. Una «chiacchierata», la definiscono tutti. «Abbiamo affidato ad Esterino Montino il compito di parlare con Marrazzo», ha detto l'assessore Claudio Mancini. «Spetta a lui la decisione su eventuali dimissioni», dice Mario Di Carlo sottolineando: «È una questione che riguarda l'uomo, non il presidente. Perché si dovrebbe dimettere? Sono assolutamente contrario». Presente alla riunione anche il presidente del consiglio regionale, Bruno Astorre.
Verso Montino plenipotenziario. Sembra che l'orientamento sia quello di chiedere a Marrazzo le dimissioni. Ma al fine di evitare che si vada al voto già in gennaio, le dimissioni del presidente, consegnate immediatamente, sarebbero accettate soltanto in dicembre in modo tale da poter far coincidere il voto con l'election day di marzo. Nel frattempo i poteri sostanziali di guida e di indirizzo sarebbero affidati al vicepresidente Esterino Montino. Resta da appurare l'eventuale accordo di Marrazzo verso questa ipotesi.
Da Franceschini sì a dimissioni. Sarebbe proprio il segretario del Pd Dario Franceschini a volere le dimissioni del presidente della Regione. La vicenda ha scioccato il Pd alla vigila delle primarie. In tanti, a quanto si apprende, al vertice del Pd, hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione. Il segretario Dario Franceschini, a quanto si apprende, è in contatto con Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino per valutazioni e affinchè ogni decisione sia condivisa al di là della battaglia congressuale.
Interrogatori. In particolare, i 4 sono chiamati a rispondere alle domande del gip Sante Spinaci, cui la Procura ha chiesto la convalida del fermo dei 4 militari e la contestuale emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei loro confronti.
La difesa. «Chiederò al gip che il fermo nei confronti del mio assistito non sia convalidato perché ritengo che non sussista il pericolo di fuga», ha affermato l'avvocato Mario Griffo, che assiste il maresciallo Antonio Tamburino, uno dei 4 carabinieri arrestati. «Al mio cliente sono contestate le ipotesi di reato di ricettazione e omessa denuncia conseguente all'illecita provenienza del video - ha aggiunto il penalista - Tamburino è stato fermato in circostanze singolari: il 20 ha subito una perquisizione personale e domiciliare durante la quale ha consegnato una copia del cd contenente il filmato, peraltro rotta, e il biglietto del treno relativo al viaggio effettuato a Milano per cercare di vendere il filmato. Il maresciallo era infatti la persona incaricata della vendita e non è entrato nella casa. Il 22 ottobre poi mi ha chiamato dicendo di essere stato fermato».
Il penalista delinea anche le caratteristiche del suo assistito: «È una persona con una condotta irreprensibile, vive da due anni a Roma. Non ci sono macchie nella sua carriera e non ha mai dato problemi all'Arma». Il legale ha annunciato che il suo assistito «risponderà alle domande del gip per chiarire tutta le vicenda che a mio avviso - ha detto - è tutta una bufala come ha detto il presidente Marrazzo. Non c'è stato nessun ricatto e ci sono molti elementi di questa vicenda che ci rendono perplessità».
Ros a via Gradoli. Perquisizione dei Ros fino a notte fonda in un condominio di via Gradoli dove nel luglio scorso ci sarebbe stato l'incontro tra Marrazzo e un transessuale. Perquisito alcuni appartamenti e identificate sette persone. I primi piani delle due palazzine che compongono il condominio sembra che vengano abitualmente utilizzate dai transessuali per gli incontri con i clienti.
Maroni: non deve dimettersi. «È una vicenda personale non credo debba dimettersi». Lo ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «È una brutta vicenda che mi addolora molto perchè vede il coinvolgimento di 4 carabinieri. Stiamo verificando per capire cosa possa essere successo e per questo sono in contatto con il comandante generale dell'Arma». «Dopo di che - ha aggiunto - essendo stato vittima di un ricatto, come ha detto lui, non credo debba dimettersi. Sono sempre dell'idea che la vita personale è personale e ognuno può fare ciò che crede». «Se una persona subisce un ricatto - ha concluso - diventa vittima del reato quindi non può essere condannata. Bisogna condannare chi compie i reati. Però ci sono ancora lati oscuri della vicenda per i quali ci sta pensando la magistratura».
Casini: se ha ceduto al ricatto si ritiri. Se il governatore del Lazio Piero Marrazzo è stato ricattato, e ha ceduto al ricatto, deve lasciare la politica, sostiene il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, intevenuto sul tema questa mattina a Genova: «Non conosco i dettagli del caso Marrazzo -ha detto Casini - se non da quello che ho letto sui giornali. Una cosa voglio dire con chiarezza: un uomo politico che cede a un ricatto deve smettere di fare politica, deve ritirarsi. Se ha ceduto a un ricatto, dico se - perché è giusto che usi il condizionale - allora ha terminato il discorso con la politica».
Bindi: non mi candido a Regione. «Mi auguro che Marrazzo chiarisca presto la sua vicenda. Ma non sono disponibile ad una candidatura a presidente della regione Lazio». Lo afferma Rosy Bindi smentendo quanto riporta un quotidiano. «Le voci sul mio nome sono del tutto prive di fondamento e mi stupisce che possano circolare con tanta facilità. Ricordo che sono toscana e vivo a Sinalunga. Chiunque si candiderà a presidente del Lazio sarà un candidato o una candidata con una biografia, una storia e radici espressione di questa regione e il Pd del Lazio saprà individuare, anche attraverso primarie di coalizione, la persona giusta».
Storace: presto al voto. «L'articolo 44 dello statuto della Regione Lazio prevede che le dimissioni del presidente comportano lo scioglimento del consiglio regionale. Si proceda e si vada a votare rapidamente». Lo dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. «Marrazzo si sottragga responsabilmente ad una vicenda molto triste e nel rispetto della legge elettorale ci porti alle urne a fine gennaio».
Di Pietro: si dimetta, se ancora sotto ricatto. «Sulla questione Marrazzo ci sono alcuni aspetti che vanno chiariti al più presto». Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «Il primo riguarda la posizione dello stesso governatore del Lazio. Marrazzo ha l'obbligo di dirci se è ancora in grado di governare la Regione o se si trova in uno stato di potenziale ricatto che gli impedisce di svolgere quel ruolo. In questo caso, come purtroppo temiamo, è necessario che rassegni subito le dimissioni». «Il secondo aspetto riguarda l'umiliazione dell'Arma dei carabinieri che, a causa di alcune mele marce, si ritrova con la divisa sporca. Insomma, è gravissimo constatare che chi avrebbe dovuto combattere la criminalità apparteneva ad un'organizzazione criminale. Per questo e per tenere alto l'onore dell'Arma, chiediamo che i carabinieri coinvolti siano sottoposti ad una pena esemplare. Il terzo aspetto riguarda il sistema di dossieraggio, di veleni e veline che sta inquinando la vita politica italiana. È grave che, per sconfiggere l'avversario politico, vengano ordinati e costruiti appositi dossier. È un gioco sporco in cui si rischia il massacro, è un'operazione antidemocratica che azzera il confronto sul piano politico per dar spazio ai dossier. È una strategia mafiosa che va subito bloccata».
21 commenti:
Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso. I suo poteri sono stati delegati al vicepresidente Esterino Montino. "Ho detto la verità ai magistrati prima che l'intera vicenda fosse di pubblico dominio". Lo dichiara il Presidente della Regione Lazio in una nota. "L'inchiesta sta procedendo speditamente anche grazie a quelle dichiarazioni, che sono state improntate dall'inizio alla massima trasparenza. Si tratta di una vicenda personale in cui sono entrate in gioco mie debolezze inerenti alla mia sfera privata, e in cui ho sempre agito da solo", aggiunge Marrazzo.
"Nelle condizioni di vittima in cui mi sono trovato ho sempre avuto come obiettivo principale quello di tutelare la mia famiglia e i miei affetti più cari; gli errori che ho compiuto non hanno in alcun modo interferito nella mia attività politica e di governo", continua il presidente della Regione Lazio nella nota. "Sono tuttavia consapevole che la situazione ha ora assunto un rilievo pubblico di tali dimensioni da rendere oggettivamente e soggettivamente inopportuna la mia permanenza alla guida della Regione anche al fine di evitare nel giudizio dell'opinione pubblica la sovrapposizione tra la valutazione delle vicende personali e quella sull'esperienza politico-amministrativa", conclude Marrazzo.
''APRO PERCORSO CHE PORTA A DIMISSIONI'' - Con la decisione di autosospendersi il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha spiegato di aver aperto "un percorso che porti alle mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione". Marrazzo ha spiegato che "in considerazione degli importanti provvedimenti di governo e legislativi che nell'immediato dovranno essere assunti, in virtù della particolare congiuntura economica e anche in relazione alle funzioni che svolgo in qualità di commissario di Governo, ho deciso di aprire un percorso che porti alle mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione".
Comunicazione di servizio.
La postazione per votare all'iniziativa della regione Lazio "metti la tua voce in bilancio" non è in piazza Pandozy ma vicino al bar dello sport giù a San Rocco...tanto per sopperire agli errori degli uomini.
Minnyyyyyyyyyyyyyyy....questa è Piazza Pandozy!!!
Mannaggia a te ti sei distratta.
eh eh eh
Minny!!!!!! ma che mi tocca leggere conosci Lenola meno di me se ti acchiappa “la verità” quello ti stronca altro che circolo …..ciao write26
Ma veramente!!!!! Swan,l'amico tuo,proprio quello che stà lì fuori,mi ha detto che vi eravate sbagliati a mettere piazza pandozy...che casino!!!!!
OK,avete ragione.....
Write,in questo laverità avrebbe pienamente ragione.Sono 24 anni che abito a Lenola...ero convinta che la piazza dove stà la fontana era piazza Pandozy e al bar dello sport,per capirci, fosse piazza San Rocco.Mezz'ora di vergona ci vuole proprio...è incredibile...ma perchè tutti dicono "giù a San Rocco??
Spero sia un'altra cantonata,ma credo proprio che stiamo per regalare al centro-destra anche la regione Lazio.
Questi del PD ce la stanno mettendo tutta parlano bene e razzolano male, non mi riferisco solo al caso Marrazzo.
Diceva poco tempo fa Curzio Maltese dalle colonne del venerdì di repubblica, chi verrà eletto segretario del PD dovrà agire in maniera pesante, lui diceva con il macede, all’interno del partito, per ricondurlo alla legalità , se non dovesse farlo, il rischio che tu evidenzi sarebbe reale, purtroppo non solo nella regione Lazio.
Ma tu ce lo vedi Bersani, sorretto da D’Alema, Loiero, Bassolino, Tedesco con il macede tra le mani?
Io no.
Queste sono azioni alla Di Pietro, che vedrai, sarà intransigente se quanto ha affermato Mastella risultasse vero, non sa usare il macede, ma la zappa si, e puoi star certa che la userà.
Inoltre c’è il rischio, dopo le dimissioni di Marrazzo, che il voto nella Regione Lazio venga anticipato di un mese, se così fosse ci troveremmo tutti impreparati e dopo questa batosta sarà difficile creare un alleanza solida e credibile.
Ciao write26
La 30enne brasiliana transessuale di nome Natalie che a luglio scorso è stata sorpresa dai 4 carabinieri malavitosi in compagnia del Governatore del Lazio, Piero Marrazzo, ha raccontato al quotidiano 'La Repubblica' il suo rapporto con il presidente. Marrazzo, sposato con tre figlie, secondo il racconto fornito dalle transessuali era ben conososciuto nell'ambiente e pagava abbastanza bene.
"Glielo dicevo, io: Piero, stai attento a con chi esci. Lasciala perdere, la Brendona, quella è drogata ti fa finire nei guai. Piero lo conosco da sette anni - dice la transessuale- e non mi ha mai fatto niente di male, quindi non gliene voglio fare nemmeno io. L'ho sentito anche oggi, mi ha chiamata tre volte. Mi ha detto: 'Stai tranquilla, Natalì, che non c'è nessun video. Ti voglio bene, non parlarne con nessuno'. Di Piero non voglio parlare - insiste Natalì- ogni volta che si accorge di aver raccontato più di quello che avrebbe voluto".
"Ma una cosa -aggiunge Natalie- su quei quattro carabinieri la voglio proprio dire. Li conoscevamo tutti, sono vera gentaccia. C'è una questione di droga, dietro tutto questo casino. Quando un cliente ci chiede un festino con la cocaina, c'è uno spacciatore, uno che ora è morto e si chiamava Rino (è citato anche nell'ordinanza di custodia cautelare, ndr), che ce la porta a domicilio a patto che ne acquisti almeno dieci grammi. Quei carabinieri lo lasciavano lavorare a patto che lui li avvertisse sempre della consegna e della situazione: quando la giudicavano interessante facevano irruzione e ci rapinavano, si prendevano droga e soldi ricattando i clienti. Sono le 'mele marce' di cui parla il comandante provinciale dei carabinieri, il generale Tommasone".
Altri importanti particolari della vicenda sono stati aggiunti da un'altra transessuale brasiliana, Luana. "Marrazzo lo conosciamo tutte benissimo da anni. Quando lo vedono passare - dice Luana - i trans si tirano su le tette per essere scelte: lui paga molto, molto bene. Ci sono 'ragazze' come Natalì che ci hanno fatto una fortuna, decine di migliaia di euro. Natalì è la sua preferita, ma stava spesso anche con Brenda, una tipa grande e grossa che chiamiamo la Brendona e che da un pezzo andava in giro a dire che cercava di vendere un video compromettente ma non trovava nessuno che lo comprasse. Una vera stronza: questa è estorsione, mi sa che con questo caos è scappata".
Però io vorrei fare una riflessione: ma può mai capitare che chi dovrebbe proteggerci e pensare alla nostra sicurezza si renda protagonista di azioni del genere. Senza voler generalizzare ma io peno che fare un'analisi sulle forze dell'ordine e controllare più seriamente che ne fa parte sarebbe un obbligo del Ministro della difesa a questo punto.
Forze dell'ordine che ricattano,forze dell'ordine che ammazzano per una lite,forze dell'ordine che ammazzano un ragazzo minorenne non si sa perchè,forze dell'ordine che fanno irruzione in una scuola pubblica pestando chiunque si trova a portata di manganello,forze dell'ordine che ti picchiano allo stadio anche se tu non c'entri nulla( e ne ho prese parecchie soprattutto a Firenze).
Non sarebbe giunta quasi l'ora di interrogarsi sulla professionalità di questa gente?
...va a puttane! Ecco qua chi ci comanda. Destra o sinistra è sempre l'immorale della favola a comandare. Una vergogna continua. Marrazzo ha deciso di andarsene, autosospendendosi e poi dimettendosi dalla presidenza della regione Lazio. Il PD (la cui sigla forse significa "prepuzi dati") ha applaudito la decisione di Marrazzo. L'ex conduttore di "Mi Manda Rai Tre" si è giustificato dicendo che era convinto di essere diventato presidente della Regione Fel...Lazio! Infatti durante una seduta con un trans sono arrivate le forze dell'Ordine a filmarlo cercando di ricattarlo. Marrazzo chi di telecamera ferisce di telecamera perisce. L'ormai ex presidente regionale, è stato filmato mentre giocava allo spadaccino con il trans e stava per essere finito. "Uccidimi" si sente chiaramente mentre prono sta per essere finito da Nathalin! La notizia è stata detta dal giornalista del TG 5 Paolo TROMBIN, che ha posto l'accento sull'IN. Questa clamorosa inculata politica (e non solo) ha scatenato il dibattito sul celodurismo di bossiana memoria. Sui trans sono caduti prima Ronaldo, che non si era accorto che le sue tre compagne facevano la pipì all'inpiedi nemmeno quando erano sopra di lui, Sircana, che aveva chiesto a un travestito dov'era la strada di casa e lui aveva usato la sua qualità di membro (o del suo membro) a mò di freccia, e infine Marrazzo. Che è stato davvero stupido perchè il suo staff non l'ha protetto e, a chiappe strette, ha dovuto ammettere le sue debolezze private.
Scherzi a parte ognuno fa a casa sua ciò che vuole, va con chi vuole ecc. Anche Lapo, che non governa un bel niente, è stato beccato con un trans settantenne. Si sa che il culo è la figa del 2500, ormai la vagina è stata ampiamente superata dai fatti (di cocaina). Non siamo nessuno per giudicare! Ma chi governa dovrebbe cercare di avere un comportamento idoneo al ruolo che occupa. Alla fine l'Italia sta andando a puttane anche per questo. Anzi l'Italia dell'opposizione, per diversificarsi dalle prostitute del premier, va a Trans! Bisogna pensare, diranno oggi i nuovi vertici, alle minoranze. Potranno essere loro il nostro bastone della vecchiaia...
Della vecchiaia non so, ma il bastone ce l'hanno sicuro!
W l'Italia.
W gli itali...ani!
E mentre questi imbecilli che vogliono darci lezioni di morale e di economia, un milione di aziende italiane sono a rischio chiusura.
Io invece mi domando: è giusto che Marrazzo si sia autosospeso??
Nulla si può dire nei confronti del suo operato come presidente della regione Lazio.Write pensa che non sia una questione morale.Ma allora, l'autosospensione a cosa è servita?? Per tutelare la propria famiglia oppure il buon nome del PD?? Certo è, che questa bufera,il giorno prima delle primarie del PD,non ci voleva proprio.Altra cosa che mi chiedo è: perchè Marrazzo non ha denunciato subito i suoi ricattatori??
Swan,riguardo al tuo interrogativo ti rispondo con una frase scontata.
Fino a quando i concorsi vengono pilotati dai politici,la professionalità puoi anche non averla....non vinci il concorso per quella.
Ammettiamolo...anche se un pò spinto, il commento di "mentre Marrazzo va ecc." è una realtà al quale noi Italiani sembra quasi ci stiamo facendo l'abitudine.
Pd: primarie per il candidato
governatore alla Regione Lazio
Rosy Bindi, Sassoli e Gasbarra smentiscono la disponibilità. E spuntano i nomi di Veltroni e Melandri
Esterino Montino (Eidon)
Corriere della Sera
L’autosospensione del Presidente Marrazzo riapre i giochi nel Partito democratico per la scelta del candidato alla presidenza del Lazio alle prossime regionali (28-29 marzo 2010). «Per noi si apre una fase più complicata: avevamo già scelto Marrazzo come candidato», ha ammesso il vice presidente della Regione, Esterino Montino, al quale sono passati i poteri del governatore. «È giusto che a questo punto la coalizione scelga il proprio candidato sulla base delle primarie».
AUTOSOSPENSIONE - L'autosospensione, che ha già incontrato numerose critiche da parte dell'opposizione in consiglio regionale («È una buffonata», ha detto Francesco Storace, segretario della Destra ed ex governatore del Lazio), è una sorta di cavillo per evitare, a tutti i partiti, di andare alle urne già a gennaio e dover così anticipare la campagna elettorale. Le dimissioni di Marrazzo arriverano quindi a fine anno, in modo di votare a fine marzo alla scadenza naturale. Questo il percorso che la maggioranza avrebbe concordato con Marrazzo dopo l'incontro di sabato pomeriggio. La legge 104, infatti, prevede che dal momento delle dimissioni del presidente della Regione passino 90 giorni per andare al voto.
PRIMARIE LAZIO - «A questo punto le primarie sono la soluzione migliore per individuare il nostro candidato», ha dichiarato Roberto Morassut, segretario del Pd del Lazio. «Il segretario del Pd Dario Franceschini è in contatto continuo con Bersani e Marino. I tre candidati alla segreteria hanno concordato che ogni scelta del partito, in riferimento alla vicenda Marrazzo, sarà condivisa fra di loro d'intesa con il partito e il gruppo consiliare regionale», ha comunicato la segretaria Pd. «Stiamo discutendo, diremo una cosa tutti insieme», ha aggiunto Bersani.
CANDIDATI - Intanto sono stati avanzati alcuni nomi per le primarie del Lazio, tutti puntualmente smentiti dai diretti interessati. Rosy Bindi: «Non sono disponibile a una candidatura a presidente della Regione Lazio». Enrico Gasbarra, deputato Pd ed ex presidente della provincia di Roma: «Il gioco del totopresidente è assurdo. Me ne sottraggo e comunque ribadisco la mia indisponibilità». Smentisce la candidatura anche l'eurodeputato David Sassoli. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi di un colpo di scena con la candidatura di Walter Veltroni, oppure quella di Giovanna Melandri. Da loro, al momento, nessun commento.
24 ottobre 2009
Sabato sera siamo stati in Piazza con l'iniziativa "Metti la tua voce in bilancio". L'iniziativa,direi,ha riscosso un buon successo soprattutto tra i giovani. Molti sono stati i giovani che si sono avvicinati incuriositi e ci hanno chiesto spiegazioni. Altri venivano sapendo già il significato dell'iniziativa. Diversa la situazione tra gli adulti,tutti molto scettici e convinti che la cosa non servisse a nulla. Immancabili le battute sul governatore della Regione Lazio ma c'era da aspettarselo.
Questa convinzione che tutto non serve a nulla mi lascia perplesso. La cosa non potrà nemmeno servire a nulla ma se ci viene data la possibilità di far sentire la nostra voce perchè non farlo?
Alla fine ho quasi pensato che a non credere più alla politica siano più le persone adulte che i giovani.
Domani sera ci sarà il consiglio comunale. Il nostro rappresentante dovrebbe presentare alcune mozioni al consiglio. Speriamo che verranno prese in considerazione.
Sinistra e Libertà
Circolo intercomunale
P. Impastato
Intanto il popolo ha scelto.
Bersani è il nuovo segretario del PD.
Non si cambia.....
Swan,domani a che ora c'è il consiglio comunale??
I lenolesi residenti a Roma che ancora non hanno espresso il loro parere riguardo il Bilancio Partecipato, ma che intendono farlo, possono recarsi presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Municipio III a partire da venerdì 16 ottobre in via Goito 35 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 12,30) fino al 30 ottobre.
Mi fa piacere caro Swan che anche a Lenola questa iniziativa ha riscosso il meritato successo, e spero sia servito anche a ricondurre alla realtà quello che io definisco sgangherato centro sinistra lenolese.
Ciao write26
Carlo mi ha detto alle 19. Io non potrò esserci perchè a quell'ora inizio il turno.
Marrazzo e il suo problema di responsabilità istituzionale, voglio ragionare solo su questo, perché il rilievo morale, con tutto il peso del dramma che quelle sue “debolezze private” scendendo a cascata nel cuore della sua famiglia e coinvolgendola in un dolore inenarrabile, riguardano solo il suo privato.
Marrazzo con il voto elettorale è stato designato a guidare il Lazio e da quel momento il suo compito come cittadino è cambiato, ha assunto un ruolo istituzionale il quale impone autonomia e indipendenza di giudizio. Ora un uomo ricattato vede inevitabilmente compromessa la sua libertà di scelta e fatalmente corrosa la sua onestà intellettuale.
Marrazzo cedendo al ricatto ad opera di una parte malata dell’arma dei carabinieri e di fatto, non denunciando, lasciare che questi disonesti continuassero a restare in organico all’Arma stessa, ha anteposto il suo interesse privato a quello di una collettività che avrebbe dovuto tutelare prima di ogni altra cosa. Questo io ritengo sia il fatto gravissimo di tutta la vicenda Marrazzo, e seppure volessi trovare qualche iniziale giustificazione dettata dalla paura, dalla pubblica condanna, dal voler proteggere la sua immagine, non trovo nessun giustificativo nella sfrontata ripresentazione della sua candidatura, perché non dimentichiamoci che era lui il designato successore di se stesso alla guida della regione Lazio alle prossime elezioni. Ecco qui doveva sicuramente dividere il suo destino politico da quello di noi cittadini laziali, sapendo per certo che non era più in grado di ottemperare al suo ruolo istituzionale.
Non meno inquietante è la notizia che il nostro Premier (altra autorità istituzionale) messo a conoscenza del video, avvisa il governatore e invece di invitarlo a rivolgersi all’autorità giudiziaria le comunica le coordinate dell’agenzia e lascia libero di decidere Marrazzo di cercare una trattativa economica al fine di ritirare la merce compromettente.
E la storia viene raccontata tranquillamente, rivestendola di un’ intenzione umane e generosa nei confronti del governatore e pur non volendo, in modo pregiudiziale, negare le buone intenzioni del Premier non si può non osservare che la storia è surreale e pone interrogativi allarmanti.
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