venerdì 9 ottobre 2009

FONDI DI PIETRO CHIEDE LE DIMISSIONI DEL MINISTRO MARONI


Il consiglio dei ministri ha «preso atto oggi dello scioglimento del Consiglio comunale di Fondi. I cittadini andranno a votare a marzo». Lo ha detto al termine del Consiglio dei ministri il responsabile del Viminale, Roberto Maroni.


«L'amministrazione comunale non c'è più, il problema è stato risolto», ha detto Maroni. «Io ho proposto di scegliere la via della democrazia, che è sempre meglio di ogni commissariamento. Le prossime elezioni si terranno dunque a marzo e il popolo sovrano sceglierà la nuova amministrazione comunale».


Pedica. Il parlamentare dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica, ricevuto dal segretario generale di Palazzo Chigi per seguire i lavori del Consiglio dei ministri sulla vicenda è poi sceso e parlando con i cronisti ha sottolineato che: «E' una vergogna assoluta che il Consiglio dei ministri abbia bocciato la tesi di Maroni e su pressione di alcuni ministri abbia deciso di tenere il commissariamento e far tornare al voto gli stessi consiglieri che si sono dimessi. Il Comune non è stato sciolto ma è stato deciso il commissariamento. Maroni in pratica è stato sconfitto e se è coerente dovrebbe dimettersi». Pedica spiega che a questo punto il Consiglio dei ministri avanzerà la proposta di commissariamento al presidente Napolitano «per la promulgazione». «Noi - conclude - dovremo andare sotto il Quirinale con le magliette 'Giorgio non firmarè, perchè non può firmare questa porcata».


Di Pietro. «Chiediamo le dimissioni del ministro Maroni. E' vergognoso che questo governo non abbia sciolto - ma solo commissariato - il comune di Fondi. E' un atto gravissimo che conferma la collusione fra la politica e la mafia». Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la decisione del Consiglio dei ministri di commissariare e non di sciogliere il comune di Fondi. «La legalità, la trasparenza e il rispetto delle istituzioni - spiega - sono un optional per questo esecutivo aggiunge Di Pietro - che continua a calpestare le più elementari regole di civiltà. L'Italia dei Valori che sin dal primo giorno ha denunciato le connivenze pericolose dell'amministrazione di Fondi, certificate anche dal Prefetto, sta dalla parte dei cittadini onesti e continuerà a battersi, senza se e senza ma, a difesa della legalità. Non ci si nasconda dietro una foglia di fico: con la decisione presa oggi il Governo Berlusconi da il via libera alla candidatura, per le prossime elezioni, al sindaco e ai consiglieri dimissionari».


Moscardelli. «Un regalo alla mafia». Così Claudio Moscardelli, vice capogruppo del Pd alla Regione Lazio, commenta in una nota la decisione del Cdm di non sciogliere per mafia il Comune di Fondi. «Si crea un precedente pericolosissimo. D'ora in poi sarà sufficiente - spiega - quando gli organi dello Stato ravviseranno la presenza di infiltrazioni mafiose in un'amministrazione pubblica, che il Presidente, il Sindaco e i consiglieri di turno si dimettano per evitare lo scioglimento per mafia. Di tutte le nefandezze messe in campo da questo Governo - conclude Moscardelli - la decisione di oggi merita il primo posto».


Laurelli. «Dopo oltre un anno di colpevole impasse, Il Governo partorisce il topolino, e sul Comune di Fondi prende una decisione gravissima nel metodo e nel merito. Stabilisce infatti di commissariare l'amministrazione, non per infiltrazioni mafiose, comprovate lunghe e accurate indagini della magistratura, bensì per non meglio specificati motivi tecnico-amministrativi». Lo dichiara in una nota Luisa Laurelli (Pd), presidente della commissione sicurezza della Pisana. «Una manovra - dice Laurelli - che consentirà, di fatto, agli amministratori uscenti, alcuni dei quali indagati, di potersi ricandidare alla guida del Comune alle prossime elezioni senza che, nel frattempo, il commissario designato abbia ricevuto il mandato di agire in profondità per liberare l'amministrazione comunale dalle infiltrazioni che la infestano. Commissariare il Comune per motivi di mafia avrebbe significato, infatti, il riconoscimento da parte del Governo della gravità della situazione in tutto il sud pontino, dove la criminalità organizzata è ormai una presenza stanziale. Lungi dal fare questo, il Governo con una manovra tanto paradossale quanto vergognosa, non solo favorisce la ricandidatura degli stessi amministratori locali indagati ma, per giunta, fornisce loro la possibilità di andare al voto a marzo con un argomento politico forte come il mancato riconoscimento di infiltrazione mafiosa. Un »capolavoro« cui va aggiunta la non meno eclatante circostanza che, per la prima volta nella storia della Repubblica, vede un Ministro, quello degli Interni, pubblicamente sconfessato dai suoi colleghi: se Maroni intende rispettare il ruolo di rappresentante dei cittadini è bene che agisca di conseguenza e rassegni, immediate, le sue dimissioni».


Fava. «Decidendo di non sciogliere il consiglio comunale di Fondi, il Consiglio dei Ministri ha scelto di essere oggettivamente colluso con le cosche che controllano gli affari di quella amministrazione». Lo afferma in una nota Claudio Fava, del Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà in queste ore impegnato in una serie di iniziative pubbliche a Paternò (Catania), «la cui giunta comunale - dice Fava - presenta analogie al caso di Fondi con intrecci con organizzazioni mafiose». «Permettere a quel sindaco e alla sua giunta - conclude l'esponente di Sl - di ripresentarsi compatti al voto a marzo come se nulla fosse accaduto più che una beffa è un gravissimo atto di irresponsabilità politica».


Minniti. «Al di là delle chiacchiere di Maroni e delle meraviglie illustrate oggi c'è un fatto solo: il mancato scioglimento del comune Fondi per mafia costituisce una Caporetto dello stato di diritto e della lotta contro la mafia». Lo sottolinea il parlamentare del Pd, Marco Minniti. «Il balletto di questi mesi, di un governo che ha rimandato continuamente lo scioglimento per mafia del comune di Fondi, pesantemente infiltrato dalla malavita organizzata - continua Minniti - è servito soltanto a coprire l'operazione che ha portato all'auto scioglimento del consiglio comunale con le dimissioni di sindaco e consiglieri». «Oggi il governo ha deciso la procedura di commissariamento ordinario, situazione in cui il commissario non ha poteri di intervento contro i fenomeni di illegalità mafiosa. Infatti, come è noto, il legislatore aveva stabilito la differenza tra scioglimento ordinario e per mafia, proprio per dare al commissario poteri reali contro la presenza delle mafie. Infatti in un comune ove sussiste un condizionamento della malavita organizzata è chiaro che essa influisca anche sullo stesso percorso elettorale. Altro quindi che parola agli elettori, il rischio - conclude Minniti - è di ridare voce agli stessi attori dei condizionamenti mafiosi».


Associazione Caponnetto. «Un atto vergognoso. Un regalo alla mafia». Così Elvio Di Cesare, presidente dell'associazione Caponnetto di Latina, commenta la decisione del Consiglio dei ministri di non sciogliere il Comune di Fondi per infiltrazioni della criminalità organizzata. «Maroni - ha aggiunto Di Cesare - ora dovrebbe dimettersi per tutelare la sua immagine. Fino a un certo punto aveva fatto il suo dovere poi è stato sconfessato. È la prima volta che accade questo nella storia italiana, con tanto di richiesta del prefetto e documentazione che attesta i legami tra l'amministrazione di Fondi e la criminalità organizzata. Ci auguriamo ora che il presidente della Repubblica non firmi il decreto».




3 commenti:

minny ha detto...

AZZ!!!!!!!!!!!!!!!! Punto e a capo...

vesilessio ha detto...

e che cavolo!!!!! come puo' il governo dire che lotta contro la mafia se poi non viene sciolto un consiglio comunale come quello di fondi,dove la mafia si tocca con le mani.alla faccia di tutti gli imprenditori di fondi,dei cittadini onesti di fondi,ma soprattutto alla faccia del prefetto frattasi.e' incredibile la faccia da culo che ha questo governo.ma ci pensate? il 70 per cento degli italiani sta con berlusconi!
ora speriamo solo che le altre forze politiche di fondi non si lascino sfuggire,come al solito,questa occasione per poter governare il paese di fondi.mi auguro che facciano accordi buoni,non come quello che hanno fatto da noi.
buonasera

write26 ha detto...

SICUREZZA: CISL PORTA IN PIAZZA IMMIGRATI E FORZE ORDINE

Circa 2.000 persone a piazza Navona per reclamare pari diritti e una nuova legge sulla cittadinanza. A portarle in piazza e' stata la Cisl che, per la prima vota nella storia, ha fatto sfilare fianco a fianco immigrati e poliziotti, vigili del fuoco, guardie forestali. Alla manifestazione, in corso di svolgimento, si e' trovato anche il modo di ricordare le vittime del disastro messinese: bandiere al lutto e cartelli che chiedevano di "non abbandonare i martiri di Messina". Il tema principale rimane, tuttavia, il diritto alla cittadinanza, uno strumento indispensabile per i manifestanti, "se si vuole garantire integrazione e quindi sicurezza". Della stessa idea e' il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: "Oggi siamo qui perche' siamo preoccupati dal tentativo di confondere i problemi dell'accoglienza con quelli dell'ordine pubblico", ha detto, "come se immigrazione debba corrispondere a disordine e criminalita'". Critico, il segretario della Cisl, con l'istituzione delle 'ronde': "Si alimenta cosi' una sottocultura pericolosa che si rivolge solo alla pancia del Paese, spinta a mobilitarsi solo contro lo straniero e il diverso". Al contrario, Bonanni auspica "un tavolo istituito dal governo che metta insieme le forze sociali e quelle politiche rappresentate in parlamento". Da questo punto di vista, un plauso viene rivolto "al parlamento e a chi ha firmato la proposta di legge bipartisan sulla cittadinanza: noi", aggiunge Bonanni, "chiediamo che sia riconosciuta la cittadinanza ai figli degli immigrati che nascono in Italia, come avviene in quasi tutta Europa e negli Stati Uniti. Bisogna riconoscere pieni diritti a quelle persone che da noi lavorano, pagano le tasse e i contributi, creano ricchezza".