giovedì 29 ottobre 2009

LA STORIA INFINITA NON FINIRA’ MAI



Credo sia inutile ripeterci e ricordare a chi legge le vicissitudini che hanno coronato la “vita” dell’Hotel Ristorante Miracolle, veniamo direttamente al punto.

L’altro giorno il Consiglio Comunale ha votato una delibera ( nove voti favorevoli quattro contrari) per accedere ad un mutuo di circa 80.000 euro per la messa in sicurezza, il ripristino delle condizioni igieniche e il restauro dell’Hotel Ristorante Miracolle: Circa 20.000 euro andranno per quegli interventi tesi a garantire igiene e sicurezza richiesti dagli organi competenti altri 60.000 circa per i restauri.

La delibera avrà seguito ad una sola condizione, l’aggiudicatario dovrà garantire che, presa in consegna l’infrastruttura, non avrà più nulla a pretendere per quanto riguarda ulteriori modifiche o interventi di rifacimento.

Interessante articolata e diciamo anche rispettosa dei ruoli è stata la discussione tra i due Gruppi Consiliari, da un lato l’oggettiva e condivisibile posizione della Maggioranza che in poche parole si traduce così:

“l’hotel è in uno stato disastroso e se vogliamo rendere questa struttura una risorsa dobbiamo intervenire”

dall’altro il Gruppo di Minoranza, che pur condividendo l’urgenza di intervento, ha tenuto ad evidenziare quanto segnalato in più occasioni: ritardi nell’assegnazione, negligenza e evidente incuria nella conduzione dell’immobile nel periodo di inattività, che fuori da ogni dubbio, hanno rappresentato le cause primaria del raddoppio delle spese a carico dell’amministrazione cittadina.

Infatti, il contributo, per il ripristino dell’agibilità, passerebbe da 30.000 euro iniziali a 60.000 euro a causa delle sopraggiunte infiltrazioni idriche sugli intonaci, della mancata manutenzione degli impianti, della depredazione delle stigliature atte alle attività alberghiere e di ristorazione.

Allo stato attuale, per i non addetti ai lavori, il ragionamento della Maggioranza non fa una piega “l’hotel è in uno stato disastroso e se vogliamo rendere questa struttura una risorsa dobbiamo intervenire a prescindere di chi sono le responsabilità”


non è questa la corretta interpretazione, così come sarebbe, oggi, dietrologia cercare d’individuare i responsabili.

Il punto cruciale lo ha centrato il Consigliere Di Fonzo, ma in aula consiliare, l’ inconsapevolezza è stata tale che nessuno ha accolto il suo invito.

Il consigliere ha posto una questione, a mio avviso, di rilievo: ha chiesto se è economicamente ed eticamente conveniente che il Comune di Lenola, incentivi attraverso lavori straordinari , un attività economica basata su una struttura alberghiera e di ristorazione antiquata, non conforme alle moderne esigenze dell’eventuale clientela, in un contesto dove si è riscontrato un calo notevole del turismo, che ha portato, subito dopo l’estate, a registrare la chiusura di due attività di ristorazione, con l’aggravante, di porre in essere un indebitamento che ricadrà inevitabilmente nelle tasche dei cittadini.

Il Consigliere, nel non escludere l’ipotesi di un cambio radicale della destinazione d’uso dell’immobile, ha definito affrettata questa delibera, ha chiesto un tavolo dove poter discutere congiuntamente all’aggiudicatario della vecchia gara per verificare se allo stato odierno esistono ancora le prerogative e i presupposti per ritenere ancora conveniente l’assegnazione di tale struttura.

Sicuramente questo invito, ad una maggiore riflessione, andava accolto, ma ha prevalso, come spesso accade, la superficialità con la quale chi ci governa affronta i problemi che esulano dalla normale amministrazione, è palese che, nello specifico, questi amministratori, manifestano un’insufficiente sensibilità allo sviluppo turistico e commerciale del nostro paese.

Allo stato delle cose crediamo che questa scelta non sia risolutiva e che in assenza di un piano turistico adeguato, sia fuori luogo accedere ad un mutuo cittadino per “invogliare” un’azienda privata ad impegnare sforzi e risorse economiche in una attività che, già all’inizio, presenta un percorso tutto in salita.

write26





lunedì 26 ottobre 2009

Ha vinto Bersani, ma io sapete che sono un po’ stravagante, nel post ho voluto pubblicare una foto che ritrae Enrico Berlinguer.


Un arduo compito attende il neosegretario del PD quello di liberarsi dei vecchi retaggi e nominare una nuova classe dirigente, non ricattabile dalle ombre del passato.

L’organismo d’Europa che monitora il livello di corruzione ha detto che in Italia la corruzione è un fenomeno diffuso, dall’urbanistica, allo smaltimento dei rifiuti, agli appalti fino al settore della sanità.

L’indice 2008 di Trasparenza pone l’Italia al 55° posto nella lotta contro la corruzione nel mondo e al 26° posto in Europa.

Questi dati non possono essere ignorati da chi si accinge a dirigere quello che oggi rappresenta il “maggior” partito di “opposizione” (concedetemi i virgolettati) così come non può essere ignorato l’appello al ripristino della legalità all’interno del partito invocato oggi dal “dimenticato” Romano Prodi intervistato da Rai New 24.

Negli ultimi due anni, si è aperta nel Paese una nuova stagione di inchieste giudiziarie che da Firenze a Napoli, da Pescara a Catanzaro, passando per Potenza, Milano, Latina FONDI ha coinvolto e coinvolge amministratori locali e politici nazionali.

Una nuova tangentopoli che trova terreno fertile nei comuni, nelle province e nelle regioni italiane, anche in quelle amministrazioni guidate dal centrosinistra che fino a qualche anno fa erano sinonimo di buona amministrazione.
Tangentopoli è diventata periferica e trasversale di questo Bersani deve prendere atto.

Dopo quanto accaduto alla Regione Lazio, dove il Presidente Marrazzo SI È RESO COMPLICE AL PUNTO DI NON DENUNCIARE ALLA MAGISTRATURA LA PRESENZA DI UN ASSOCIAZIONE CRIMINALE ALL’INTERNO DELL’ARMA DEI CARABINIERI
(perché questo è il fatto grave non le sue propensioni, vizi, o deviazioni sessuali, quelle non dovrebbero interessare a nessuno)


non sarebbe accettabile la candidatura di un Bassolino alla Regione Campania, di un Loiero in Calabria, di una “pinca pallina” nel Lazio.

E’ triste e avvilente constatare che il degrado morale non abbia risparmiato il centrosinistra, compresi gli eredi di Enrico Berlinguer che fece della questione morale una ragione di vita.

Bersani devi ricondurre il Partito Democratico a quel senso etico smarrito, non puoi permettere che dei politici scellerati affoghino il partito in un mare di inchieste giudiziarie e nel contempo devi rimuovere quell’immobilismo presente soprattutto nelle realtà locali.

Bersani non adagiarti sui tremilioni e mezzo di partecipanti alle primarie, anche se si trasformassero in voti reali, non andresti comunque da nessuna parte.

write26 IdV




sabato 24 ottobre 2009

Marrazzo ricattato




Mi duole dover pubblicare questo post su Marrazzo, soprattutto alla vigilia delle elezioni primarie del PD, ma se si vuole fare informazione, le notizie non possiamo sceglierle a nostro piacimento e neppure quando ci fa comodo.

Pubblico quest’articolo apparso sul Messaggero, ho scelto il Messaggero perché è l’unico che ha riportato fedelmente le dichiarazione dei principali partiti.
Dal mio punto di vista, IN LINEA GENERALE, un presidente di una regione che cede ai ricatti dovrebbe dimettersi, corre l’obbligo precisare che ancora non è chiaro se questa ipotesi corrisponde o meno alla realtà.

Marrazzo dice che tutta una montatura, fin quando non viene dimostrato il contrario, in uno stato di diritto, abbiamo l’obbligo di credergli.
La cosa che mi stupisce sono le dichiarazioni di Franceschini che ormai è assodato che per essere eletto alla segreteria del PD sarebbe disposto a tutto, e le dichiarazioni di Casini, e mi chiedo ma da quale pulpito?

Capisco la squallida quanto furba dichiarazione di Storace, lui in condizioni analoghe rassegnò le dimissioni, solo dopo aver avuto la certezza di andare ad occupare il posto di Ministro alla Sanità, ma questo è un dettaglio.

Non capisco neppure chi nel PdL dice che questo clima è dovuto ad un comportamento scorretto di alcuni organi della stampa, cosa dovrebbe fare la stampa, tacere?
Ma è normale che il Premier possa essere ricattato da quatto puttane e il Presidente di una Regione da quattro Carabinieri? Ma che paese è questo?



Il Messagero ROMA (24 ottobre) - Sono iniziati nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori di garanzia dei 4 carabinieri accusati di aver chiesto denaro al presidente della Regione Piero Marrazzo dietro la minaccia di divulgare un video un video che lo ritrarrebbe durante un rapporto intimo. Intanto prende corpo l'ipotesi di dimissioni del presidente della Regione. E alle 12 ha preso il via una riunione di maggioranza nella sede della Regione Lazio. L'incontro nello studio al primo piano del vicepresidente Esterino Montino. «Adesso incontrerò il presidente Marrazzo - ha detto Montino lasciando la sede della Regione - per informarlo della chiacchierata e per sentire il suo parere».

Riunione in Regione. Una «chiacchierata», la definiscono tutti. «Abbiamo affidato ad Esterino Montino il compito di parlare con Marrazzo», ha detto l'assessore Claudio Mancini. «Spetta a lui la decisione su eventuali dimissioni», dice Mario Di Carlo sottolineando: «È una questione che riguarda l'uomo, non il presidente. Perché si dovrebbe dimettere? Sono assolutamente contrario». Presente alla riunione anche il presidente del consiglio regionale, Bruno Astorre.

Verso Montino plenipotenziario. Sembra che l'orientamento sia quello di chiedere a Marrazzo le dimissioni. Ma al fine di evitare che si vada al voto già in gennaio, le dimissioni del presidente, consegnate immediatamente, sarebbero accettate soltanto in dicembre in modo tale da poter far coincidere il voto con l'election day di marzo. Nel frattempo i poteri sostanziali di guida e di indirizzo sarebbero affidati al vicepresidente Esterino Montino. Resta da appurare l'eventuale accordo di Marrazzo verso questa ipotesi.

Da Franceschini sì a dimissioni. Sarebbe proprio il segretario del Pd Dario Franceschini a volere le dimissioni del presidente della Regione. La vicenda ha scioccato il Pd alla vigila delle primarie. In tanti, a quanto si apprende, al vertice del Pd, hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione. Il segretario Dario Franceschini, a quanto si apprende, è in contatto con Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino per valutazioni e affinchè ogni decisione sia condivisa al di là della battaglia congressuale.

Interrogatori. In particolare, i 4 sono chiamati a rispondere alle domande del gip Sante Spinaci, cui la Procura ha chiesto la convalida del fermo dei 4 militari e la contestuale emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei loro confronti.

La difesa. «Chiederò al gip che il fermo nei confronti del mio assistito non sia convalidato perché ritengo che non sussista il pericolo di fuga», ha affermato l'avvocato Mario Griffo, che assiste il maresciallo Antonio Tamburino, uno dei 4 carabinieri arrestati. «Al mio cliente sono contestate le ipotesi di reato di ricettazione e omessa denuncia conseguente all'illecita provenienza del video - ha aggiunto il penalista - Tamburino è stato fermato in circostanze singolari: il 20 ha subito una perquisizione personale e domiciliare durante la quale ha consegnato una copia del cd contenente il filmato, peraltro rotta, e il biglietto del treno relativo al viaggio effettuato a Milano per cercare di vendere il filmato. Il maresciallo era infatti la persona incaricata della vendita e non è entrato nella casa. Il 22 ottobre poi mi ha chiamato dicendo di essere stato fermato».

Il penalista delinea anche le caratteristiche del suo assistito: «È una persona con una condotta irreprensibile, vive da due anni a Roma. Non ci sono macchie nella sua carriera e non ha mai dato problemi all'Arma». Il legale ha annunciato che il suo assistito «risponderà alle domande del gip per chiarire tutta le vicenda che a mio avviso - ha detto - è tutta una bufala come ha detto il presidente Marrazzo. Non c'è stato nessun ricatto e ci sono molti elementi di questa vicenda che ci rendono perplessità».

Ros a via Gradoli. Perquisizione dei Ros fino a notte fonda in un condominio di via Gradoli dove nel luglio scorso ci sarebbe stato l'incontro tra Marrazzo e un transessuale. Perquisito alcuni appartamenti e identificate sette persone. I primi piani delle due palazzine che compongono il condominio sembra che vengano abitualmente utilizzate dai transessuali per gli incontri con i clienti.

Maroni: non deve dimettersi. «È una vicenda personale non credo debba dimettersi». Lo ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «È una brutta vicenda che mi addolora molto perchè vede il coinvolgimento di 4 carabinieri. Stiamo verificando per capire cosa possa essere successo e per questo sono in contatto con il comandante generale dell'Arma». «Dopo di che - ha aggiunto - essendo stato vittima di un ricatto, come ha detto lui, non credo debba dimettersi. Sono sempre dell'idea che la vita personale è personale e ognuno può fare ciò che crede». «Se una persona subisce un ricatto - ha concluso - diventa vittima del reato quindi non può essere condannata. Bisogna condannare chi compie i reati. Però ci sono ancora lati oscuri della vicenda per i quali ci sta pensando la magistratura».

Casini: se ha ceduto al ricatto si ritiri. Se il governatore del Lazio Piero Marrazzo è stato ricattato, e ha ceduto al ricatto, deve lasciare la politica, sostiene il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, intevenuto sul tema questa mattina a Genova: «Non conosco i dettagli del caso Marrazzo -ha detto Casini - se non da quello che ho letto sui giornali. Una cosa voglio dire con chiarezza: un uomo politico che cede a un ricatto deve smettere di fare politica, deve ritirarsi. Se ha ceduto a un ricatto, dico se - perché è giusto che usi il condizionale - allora ha terminato il discorso con la politica».


Bindi:
non mi candido a Regione. «Mi auguro che Marrazzo chiarisca presto la sua vicenda. Ma non sono disponibile ad una candidatura a presidente della regione Lazio». Lo afferma Rosy Bindi smentendo quanto riporta un quotidiano. «Le voci sul mio nome sono del tutto prive di fondamento e mi stupisce che possano circolare con tanta facilità. Ricordo che sono toscana e vivo a Sinalunga. Chiunque si candiderà a presidente del Lazio sarà un candidato o una candidata con una biografia, una storia e radici espressione di questa regione e il Pd del Lazio saprà individuare, anche attraverso primarie di coalizione, la persona giusta».

Storace: presto al voto. «L'articolo 44 dello statuto della Regione Lazio prevede che le dimissioni del presidente comportano lo scioglimento del consiglio regionale. Si proceda e si vada a votare rapidamente». Lo dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. «Marrazzo si sottragga responsabilmente ad una vicenda molto triste e nel rispetto della legge elettorale ci porti alle urne a fine gennaio».

Di Pietro: si dimetta, se ancora sotto ricatto. «Sulla questione Marrazzo ci sono alcuni aspetti che vanno chiariti al più presto». Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «Il primo riguarda la posizione dello stesso governatore del Lazio. Marrazzo ha l'obbligo di dirci se è ancora in grado di governare la Regione o se si trova in uno stato di potenziale ricatto che gli impedisce di svolgere quel ruolo. In questo caso, come purtroppo temiamo, è necessario che rassegni subito le dimissioni». «Il secondo aspetto riguarda l'umiliazione dell'Arma dei carabinieri che, a causa di alcune mele marce, si ritrova con la divisa sporca. Insomma, è gravissimo constatare che chi avrebbe dovuto combattere la criminalità apparteneva ad un'organizzazione criminale. Per questo e per tenere alto l'onore dell'Arma, chiediamo che i carabinieri coinvolti siano sottoposti ad una pena esemplare. Il terzo aspetto riguarda il sistema di dossieraggio, di veleni e veline che sta inquinando la vita politica italiana. È grave che, per sconfiggere l'avversario politico, vengano ordinati e costruiti appositi dossier. È un gioco sporco in cui si rischia il massacro, è un'operazione antidemocratica che azzera il confronto sul piano politico per dar spazio ai dossier. È una strategia mafiosa che va subito bloccata».




giovedì 22 ottobre 2009

Posto fisso: scrivete al ministro Tremonti






Pubblico, per tutti coloro che volessero partecipare, quest'iniziativa proposta da Marco Travaglio e Antonio Padellaro. write26



Il Fatto Quotidiano prende sul serio le parole del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e lancia un'iniziativa invitando tutti i lavoratori precari che da anni si destreggiano tra i ricatti dei contratti a termine (quando si è fortunati), dei contratti a progetto, dei co.co.co., del lavoro a chiamata e dell'arcipelago delle partite Iva.

Scrivete al ministro Tremonti e per conoscenza al Fatto Quotidiano , raccontate la vostra condizione di lavoratori precari e chiedete a gran voce il vostro posto fisso.

Per lettera
Ministro dell'Economia
Giulio Tremonti
Ministero dell'Economia e delle Finanze
via XX Settembre, 97 - 00187 Roma

Per email
ufficio.stampa@tesoro.it

Mettete in copia (nel campo cc) anche il nostro giornale con questo indirizzo postofisso@ilfattoquotidiano.it

Il Fatto Quotidiano pubblicherà una selezione delle lettere ricevute sul giornale stesso




lunedì 19 ottobre 2009

25 OTTOBRE ELEZIONI PRIMARIE DEL PD


Io credo che a questo evento un post vada dedicato, se non altro, per il rispetto che debbo ai vecchi amici, compagni di lotta e troppo spesso di sventura.

Dal mio punto di vista il PD è un partito allo sfascio, morto sul nascere, pieno di contraddizioni, tanto incapace d’istaurare un rapporto di collaborazione con questo governo (ricercato in modo spasmodico da Veltroni) quanto inadeguato a fare opposizione, da poco ha scoperto che Paola Binetti è un infiltrata per questo motivo la vuole espellere. Beppe Grillo rappresenta il capo di un movimento a loro ostile. Perdonatemi ma non ho parole.

Assistiamo oggi:

ad un Franceschini in versione Di Pietro, promette un opposizione ferma e dura, non disponibile a nessun accordo con Berlusconi del quale ha chiesto, come Di Pietro, (con il quale dice di non condividere nulla) le dimissioni, Franceschini si è candidato perché non vuole lasciare il partito nelle mani di chi finora lo ha gestito, non ridete ma è “la verità” così ha detto, (tu” la verità” lettore taci non sto parlando di te) la sua memoria è talmente labile che si è dimenticato di essere stato da sempre il vice di Veltroni in un partito che ha appena 18 mesi di vita.

Lo appoggia Veltroni, Fassino, D’Amiano e la giovane Serracchiani, la ragazza dice che è più simpatico di Bersani.

Parla chiaro il caro Franceschini ex pupillo pupillo di Benigno Zaccagnini, uno dei pochi buoni della DC, tanto buono da rendersi quasi trasparente, si esprime, in temporanea versione congressuale, con uno stile e un loock che farebbe invidia al senatore Pedica, dal quale ci tiene a prendere le distanze, ieri e oggi ha indossato i calzini turchese. Che dire evviva Franceschini.

Assistiamo anche allo strano tatticismo di Bersani, un modo di fare che non gli appartiene, non si capisce dove è finito il suo parlare schietto che tanto ho amato tipicamente emiliano, e stato ex Presidente dell’Emilia Romagna, prodiano di ferro, il classico uomo “pane al pane e vino al vino” ma in politica si sa, se vuoi crescere devi accettare i compromessi, oltre Massimo D’Alema lo appoggia Bassolino e Loiero, e qui casca l’asino, ha già stretto un patto di ferro con l’UDC di Pier Ferdinando Casini, di Caltagirone e di Cuffaro che dire di te……caro Pier Luigi, a questo punto meglio Franceschini.

Poi c’è Ignazio Marino, IL CAMBIAMENTO, quello che in parlamento c’era e ha votato contro lo scudo fiscale, se dovesse vincere lui il PD si spaccherà in tre parti, Veltroni finalmente andrà in Africa, D’Alema speriamo in pensione, Franceschini confluirà nel grande centro e forse sarebbe la volta buona che Rutelli se ne va affanculo.

Per contro avremo finalmente una sinistra vera, democratica e riformista, capace in breve tempo di ricondurre nel proprio interno IdV, RC, SeL, e il Movimento a Cinque Stelle del Beppe nazionale, ma questo è un sogno zapaderiano un mio auspico al quale vorrei rendevi partecipi.

Niente di dimostrabile, pura fantasia, semplici riflessioni rispetto alle quali sarebbe carino aprire un dibattito anche con quel coglione di “la verità” al quale comincio ad affezionarmi…….sarà la Sindrome di Stoccolma……debbo preoccuparmi?




domenica 18 ottobre 2009

Storie infinite.............



Leggo sull’ultimo post della maggioranza 2 ordini del giorno che si discuteranno nel prossimo consiglio comunale: CONTRAZIONE MUTUO CASSA DD.PP. PER LAVORI DI SISTEMAZIONE ALBERGO “MIRACOLLE” e CONTRAZIONE MUTUO CASSA DD.PP. PER COMPLETAMENTO CAMPO SPORTIVO VALLEBERNARDO,L.R. N. 15/02, ART. 31.
Riguardo al Miracolle, oltre all’aver assistito al danno,cioè quello di aver perso diverse centinaia di migliaia di euro per la mancata assegnazione,ora ci tocca assistere alla beffa dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico. Ma quanto ci costa il Miracolle? Cosa ne faremo una volta ri-sistemato?
L’altro punto all’ordine del giorno riguarda un altro mutuo per la sistemazione del campo sportivo a Vallebernardo.
Credo si tratti della annualità 2009 che la regione Lazio metterà a disposizione dei comuni per il miglioramento degli impianti sportivi. Risultano assegnatari della annualità 2008 i seguenti comuni:Pomezia,Roccagiovine,Montelibretti,Jenne,Nerola,Ceprano,Sant’Ambrogio sul Garigliano,Pescosolido,Castelnuovo Parano,Antrodoco,Cittaducale,Blera,Monte Romano,Viterbo,Minturno e Sperlonga.
Anche in questo caso la domanda è d’obbligo.
Ma fossimo scemi? Non era già stato dato il contributo per il campo di Vallebernardo?
Io direi di andare tutti a sentirlo il prossimo consiglio comunale…forse qualche spiegazione la sentiremo.










sabato 17 ottobre 2009

Domani piove



Niente politica...basta politica.
Voglio parlarvi del Meteo, perché a giudicare dai commenti dell’ultimo post credo sia assai più importante della politica.
Sky ha addirittura un canale dedicato alla meteorologia e trasmette le previsioni con l’ausilio del touch screen dove il metereologo tutto figo disegna sopra con un dito prevedendo la quantità e la tipologia delle nubi, la possibilità di piogge con un margine di errore di 3 gocce per millilitro caduto, catastrofi, tsunami. Dicono persino quale vento soffierà, a che velocità e di che tipo sarà, brezza, burrasca, tempesta, e come per la pioggia, con un margine di errore di un peto per kilometro/ora.
Io sono conservatrice, e per questo sbaglio. Continuo ad ostinarmi a guardare le previsioni meteo che trasmettono in diretta fuori dalla finestra. L’ho fatto anche oggi, prima di andare a fare la spesa, ho guardato il megaschermo a due ante ed ho indossato il giaccone leggero. Il tempo di arrivare da Ettore alla piazza ed ero completamente gelata.
Non capisco perché il clima è diventato così importante…non comprendo perché a Novembre il freddo e la neve debbano essere intesi come fatti straordinari…..non abbiamo Sky????Accontentiamoci di vedere Emilio Fede. OPS…..questa sarebbe politica ed io non ne voglio parlare.






martedì 13 ottobre 2009

Disastro Messina:simbolo del degrado intellettuale di un sistema che non riesce a garantire sviluppo



Milazzo 9 Ottobre 2009- Il caso Messina, (Giampilieri,Scaletta Zanclea e dintorni) è il simbolo del degrado intellettuale di un sistema che da anni,soprattutto nel sud,non riesce a garantire uno sviluppo ordinato,compatibile con l’ambiente e con le caratteristiche geomorfologiche del territorio. Vittime innocenti,bambini,famiglie distrutte. Ora si cercano le responsabilità…rituale che sistematicamente si ripete. In Italia,per confessione dei tecnici, tali condizioni sono diffuse. Impianti normativi regionali poco evoluti e norme comunali troppo addomesticate. Sembra quasi che il disastro è la conseguenza di tante omissioni e negligenze.
Ma cosa fanno i sindaci?
Tollerano per opportunità di consenso e per vari compromessi ,rinunciando a rivendicare una programmazione?
E’ latente il rispetto verso la natura,vige il disordine e l’incoscienza dei tecnici manipolatori di norme ci fanno pensare che OCCORRE ASPETTARE CHE SI CONCRETIZZI IL “DISASTRO” PER EFFETTUARE UNA INVERSIONE DI ROTTA?
Nel giorno in cui si piangevano i morti di Messina, mi è tornato alla mente Vallebernardo e Chiavino.
L’anno scorso,passando per via Vignolo in un giorno che pioveva a dirotto, sono rimasta impressionata dalla piena del torrente che passa a pochi metri da alcune abitazioni costruite da una società immobiliare locale,con regolare permesso. Alcuni giorni dopo,durante un consiglio comunale,venni a conoscenza che il Genio Civile aveva bloccato un progetto per un distributore di carburanti,in corso d’opera proprio in quella zona,con la seguente motivazione: ZONA SOTTOPOSTA A VINCOLO IDROGEOLOGICO.
Sappiamo tutti dei 27 villini che “dovrebbero” nascere sul monte Chiavino dove,a quanto si è letto sui giornali,vige lo stesso vincolo. Non so voi,ma io ho “accostato” Vallebernardo-Chiavino a Messina.
Se guardate la foto è impressionante come la montagna sia scivolata causando morte e distruzione. La beffa sta nel fatto che questo disastro era prevedibile e da molto tempo era stato annunciato.
A questo punto c’è da chiedersi se i nostri amministratori,autorizzando la costruzione dei villini in via Vignolo,il distributore di carburanti e i 27 villini a Chiavino,abbiamo tenuto conto delle norme vigenti in materia.
Dal diniego del Genio Civile,riguardo al distributore di carburanti,sembra proprio di no…..
Aspettiamo che si concretizzi il “disastro” per effettuare una inversione di rotta?








sabato 10 ottobre 2009

L'Altro testata di riferimento di Sinistra e Libertà INTERVISTA/ Vendola: "Berlusconi dimettiti"


Berlusconi Dimettiti di Andrea Colombo.

La notizia della bocciatura del lodo Alfano ha colto Nichi Vendola a Bruxelles. Il leader di Sinistra e Libertà non ha così potuto assistere alla puntata di “Porta a Porta” nella quale il premier si è abbandonato ad attacchi dissennati nei confronti del capo dello Stato e della Corte costituzionale e a insulti da trivio contro Rosi Bindi. Ma quando ne è stato messo al corrente non si è stupito più che tanto.

Qual è la situazione politica dopo la sentenza della Consulta?
Il dato politico è evidente. Berlusconi ha sfidatola Costituzione, la struttura stessa di una democrazia fondata sull'equilibrio dei poteri, e ha perso. In qualunque democrazia del mondo sarebbero due le conseguenze immediate: Berlusconi imputato torna davanti al suo giudice naturale senza più cercare di smontare i processi con artifici normativi e con campagne intimidatorie; Berlusconi presidente del consiglio e il suo guardasigilli vanno davanti alle camere, prendono atto di una sconfitta così cocente e rassegnano le dimissioni.


Non sembra che sia questa la reazione del premer...
La reazione di Berlusconi è figlia di una concezione della lotta politica come gioco d'azzardo. La scelta di alzare continuamente la posta e tentare di far saltare il banco è del tutto interna e omogenea alla crescente forzatura plebiscitaria della nostra vita politico-istituzionale. Avevamo già visto tutte le puntate di questa sorta di triste fiction che potremmo chiamare “Berlusconi contro Montesquieu”.


Però non avevamo ancora mai assistito a un conflitto istituzionali di queste proporzioni e di questa violenza...
Nonostante disponga di una così larga maggioranza e di un parlamento scolpito a sua immagine e somiglianza, il premier ha continuamente giocato a delegittimare ruolo e funzioni delle camere, riecheggiando gli antichi esercizi verbali di quel suo predecessore che avrebbe voluto trasformare quell' “aula sorda e grigia in un bivacco di manipoli”. Nonostante la prolifica legislazione ad personam che ha provato a sgombrare dal codice penale molti dei reati che inseguivano il capo del governo e nonostante la spettacolare contrapposizione tra Legge e Popolo, con cui puntualmente cerca di piegare la legge al primato del consenso popolare, Berlusconi ha proseguito nella sua opera di bombardamento sistematico della legislazione, dei suoi fondamenti e della sua legittimazione. Ha cercato di spostare i confini della sovranità, prefigurandosi in forme inedite e prevalentemente pubblicitarie come un sovrano legibus solutus e quindi prefigurando una forma peculiare di assolutismo politico-televisivo. Per questo oggi entra cinicamente e lucidamente nella trama degli equilibri istituzionali e la spacca. Si comprta come un elefante in una cristalleria, spara a palle incatenate contro la Corte costituzionale e contro il Quirinale. Siccome ha perso la partita, denuncia gli arbitri e si lascia sfiorare dalla tentazione del provocare l'invasione di campo.


Pensi che sia tentato dalla carta delle elezioni anticipate?
C'è di certo una accelerazione populista che, con l'eventualità del voto anticipato, potrebbe diventare il rendiconto finale tra Berlusconi e tutti i suoi avversari. E quelli politici direi che li vede più nel centrodestra che nel centrosinistra. Essendo convinto di vincere le elezioni a furor di popolo, potrebbe usare il voto per liquidare l'anomalia Fini e per sterilizzare il potere della Lega, ma contemporaneamente potrebbe usare questa nuova legittimazione popolare in termini di legislatura costituente, rendendo esplicito il disegno di controriforma costituzionale: finalmente una nuova costituzione snella, manageriale, senza i reticoli di contrappeso che frenano quello che potrebbe diventare un presidenzialismo proprietario.


Non ti ha un po' stupito l'estrema violenza verbale a cui si sono abbandonati, dopo la sentenza non solo Berlusconi ma molti leader della destra?
Mercoledì sera, a “Porta a Porta” abbiamo assistito al completamento della rivoluzione linguistica di questa élite dirigente. Le offese alla Bindi, quella di Berlusconi che riprendendo Sgarbi la ha definita “più bella che intelligente, e quella di Castelli che la chiamata “zitella petulante”, rivelano l'insofferenza di un genere maschile che ha una figurazione del mondo femminile molto legata all'epopea delle escort e delle ninfe. E' il completamento di una regressione culturale che mette i brividi perché rappresenta il trionfo dell'impudicizia, della volgarità e del cameratismo. Credo che sarebbe molto sbagliato sottovalutare questa regressione.


Tu affermi che Berlusconi dovrebbe dimettersi, ma il Pd è il primo a non chiedere le sue dimissioni, e l'opposizione non senbra disporre di una qualsivoglia strategia...
Le opposizioni sono di fronte, non solo alla propria frantumazione, ma anche a una subalternità culturale che le rende protagoniste di un politicismo che vive e muore nella tattica, nella battuta del salotto televisivo, nella ondivaga politica del “del diman non v'è certezza”. Dovrebbe invece essere questo il momento in cui tutte le forze d'opposizione s'incontrano in un luogo per confrontarsi sul rapporto che c'è tra crisi politica e crisi sociale nel nostro paese.


Alludi solo alla mancanza di una strategia politica a breve o a qualcosa di più complessivo?
E' come se la politica non riuscisse a mettere a fuoco l'immagine del paese. L'Italia sta marcendo, questa è la fotografia precisa. Il lavoratore che si arma di tanica di benzina e si arrampica su un terrazzo, che vive la difesa del posto di lavoro come un corpo a corpo tra la sua nuda vita e chi individua come antagonista dei suoi diritti ci parla di un silenzio della politica proprio sulle questioni che sono nel ventre profondo della crisi. Dovremmo essere tutti convocati a cercare punti di connessione tra la difesa dei diritti di libertà e quella dei diritti sociali, in un paese che progressivamente smarrisce gli uni e gli altri e si perde per strada persino il patrimonio dei diritti umani. Ci si divide sullo stile della lotta, ma la verità è che domina una confusione che produce numerosi paradossi. Il popolo che a Roma ha riempito la piazza omonima, piazza del Popolo,è un popolo senza partito, e poi ci sono tanti partiti senza popolo. E allora forse dovremmo provare a guardare il punto in cui è giunta la notte della nostra storia repubblicana senza perderci in dispute nominalistiche, se qusto sia o no un regime... Provare a condividere una diagnosi di questa grande malattia nazionale che è il berlusconismo per ragionare dei soggetti feriti e smarriti che, dalle scuole alle fabbriche, cercano disperatamente il filo rosso di un nuovo protagonismo politico e sociale mi pare il compito che tutti dovremmo assolvere.

Franceschini parla di una grande manifestazione di popolo. Cosa gli rispondi?
Il “luogo” di cui parlavo prima è appunto quello in cui si ritrovano e discutono tutte le forze parlamentari e assenti dal Parlamento, politiche o della società civile che si oppongono a questa destra. Dunque è giusto costruire una grande mobilitazione democratica che possa riempire le piazze d'Italia.




venerdì 9 ottobre 2009

FONDI DI PIETRO CHIEDE LE DIMISSIONI DEL MINISTRO MARONI


Il consiglio dei ministri ha «preso atto oggi dello scioglimento del Consiglio comunale di Fondi. I cittadini andranno a votare a marzo». Lo ha detto al termine del Consiglio dei ministri il responsabile del Viminale, Roberto Maroni.


«L'amministrazione comunale non c'è più, il problema è stato risolto», ha detto Maroni. «Io ho proposto di scegliere la via della democrazia, che è sempre meglio di ogni commissariamento. Le prossime elezioni si terranno dunque a marzo e il popolo sovrano sceglierà la nuova amministrazione comunale».


Pedica. Il parlamentare dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica, ricevuto dal segretario generale di Palazzo Chigi per seguire i lavori del Consiglio dei ministri sulla vicenda è poi sceso e parlando con i cronisti ha sottolineato che: «E' una vergogna assoluta che il Consiglio dei ministri abbia bocciato la tesi di Maroni e su pressione di alcuni ministri abbia deciso di tenere il commissariamento e far tornare al voto gli stessi consiglieri che si sono dimessi. Il Comune non è stato sciolto ma è stato deciso il commissariamento. Maroni in pratica è stato sconfitto e se è coerente dovrebbe dimettersi». Pedica spiega che a questo punto il Consiglio dei ministri avanzerà la proposta di commissariamento al presidente Napolitano «per la promulgazione». «Noi - conclude - dovremo andare sotto il Quirinale con le magliette 'Giorgio non firmarè, perchè non può firmare questa porcata».


Di Pietro. «Chiediamo le dimissioni del ministro Maroni. E' vergognoso che questo governo non abbia sciolto - ma solo commissariato - il comune di Fondi. E' un atto gravissimo che conferma la collusione fra la politica e la mafia». Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la decisione del Consiglio dei ministri di commissariare e non di sciogliere il comune di Fondi. «La legalità, la trasparenza e il rispetto delle istituzioni - spiega - sono un optional per questo esecutivo aggiunge Di Pietro - che continua a calpestare le più elementari regole di civiltà. L'Italia dei Valori che sin dal primo giorno ha denunciato le connivenze pericolose dell'amministrazione di Fondi, certificate anche dal Prefetto, sta dalla parte dei cittadini onesti e continuerà a battersi, senza se e senza ma, a difesa della legalità. Non ci si nasconda dietro una foglia di fico: con la decisione presa oggi il Governo Berlusconi da il via libera alla candidatura, per le prossime elezioni, al sindaco e ai consiglieri dimissionari».


Moscardelli. «Un regalo alla mafia». Così Claudio Moscardelli, vice capogruppo del Pd alla Regione Lazio, commenta in una nota la decisione del Cdm di non sciogliere per mafia il Comune di Fondi. «Si crea un precedente pericolosissimo. D'ora in poi sarà sufficiente - spiega - quando gli organi dello Stato ravviseranno la presenza di infiltrazioni mafiose in un'amministrazione pubblica, che il Presidente, il Sindaco e i consiglieri di turno si dimettano per evitare lo scioglimento per mafia. Di tutte le nefandezze messe in campo da questo Governo - conclude Moscardelli - la decisione di oggi merita il primo posto».


Laurelli. «Dopo oltre un anno di colpevole impasse, Il Governo partorisce il topolino, e sul Comune di Fondi prende una decisione gravissima nel metodo e nel merito. Stabilisce infatti di commissariare l'amministrazione, non per infiltrazioni mafiose, comprovate lunghe e accurate indagini della magistratura, bensì per non meglio specificati motivi tecnico-amministrativi». Lo dichiara in una nota Luisa Laurelli (Pd), presidente della commissione sicurezza della Pisana. «Una manovra - dice Laurelli - che consentirà, di fatto, agli amministratori uscenti, alcuni dei quali indagati, di potersi ricandidare alla guida del Comune alle prossime elezioni senza che, nel frattempo, il commissario designato abbia ricevuto il mandato di agire in profondità per liberare l'amministrazione comunale dalle infiltrazioni che la infestano. Commissariare il Comune per motivi di mafia avrebbe significato, infatti, il riconoscimento da parte del Governo della gravità della situazione in tutto il sud pontino, dove la criminalità organizzata è ormai una presenza stanziale. Lungi dal fare questo, il Governo con una manovra tanto paradossale quanto vergognosa, non solo favorisce la ricandidatura degli stessi amministratori locali indagati ma, per giunta, fornisce loro la possibilità di andare al voto a marzo con un argomento politico forte come il mancato riconoscimento di infiltrazione mafiosa. Un »capolavoro« cui va aggiunta la non meno eclatante circostanza che, per la prima volta nella storia della Repubblica, vede un Ministro, quello degli Interni, pubblicamente sconfessato dai suoi colleghi: se Maroni intende rispettare il ruolo di rappresentante dei cittadini è bene che agisca di conseguenza e rassegni, immediate, le sue dimissioni».


Fava. «Decidendo di non sciogliere il consiglio comunale di Fondi, il Consiglio dei Ministri ha scelto di essere oggettivamente colluso con le cosche che controllano gli affari di quella amministrazione». Lo afferma in una nota Claudio Fava, del Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà in queste ore impegnato in una serie di iniziative pubbliche a Paternò (Catania), «la cui giunta comunale - dice Fava - presenta analogie al caso di Fondi con intrecci con organizzazioni mafiose». «Permettere a quel sindaco e alla sua giunta - conclude l'esponente di Sl - di ripresentarsi compatti al voto a marzo come se nulla fosse accaduto più che una beffa è un gravissimo atto di irresponsabilità politica».


Minniti. «Al di là delle chiacchiere di Maroni e delle meraviglie illustrate oggi c'è un fatto solo: il mancato scioglimento del comune Fondi per mafia costituisce una Caporetto dello stato di diritto e della lotta contro la mafia». Lo sottolinea il parlamentare del Pd, Marco Minniti. «Il balletto di questi mesi, di un governo che ha rimandato continuamente lo scioglimento per mafia del comune di Fondi, pesantemente infiltrato dalla malavita organizzata - continua Minniti - è servito soltanto a coprire l'operazione che ha portato all'auto scioglimento del consiglio comunale con le dimissioni di sindaco e consiglieri». «Oggi il governo ha deciso la procedura di commissariamento ordinario, situazione in cui il commissario non ha poteri di intervento contro i fenomeni di illegalità mafiosa. Infatti, come è noto, il legislatore aveva stabilito la differenza tra scioglimento ordinario e per mafia, proprio per dare al commissario poteri reali contro la presenza delle mafie. Infatti in un comune ove sussiste un condizionamento della malavita organizzata è chiaro che essa influisca anche sullo stesso percorso elettorale. Altro quindi che parola agli elettori, il rischio - conclude Minniti - è di ridare voce agli stessi attori dei condizionamenti mafiosi».


Associazione Caponnetto. «Un atto vergognoso. Un regalo alla mafia». Così Elvio Di Cesare, presidente dell'associazione Caponnetto di Latina, commenta la decisione del Consiglio dei ministri di non sciogliere il Comune di Fondi per infiltrazioni della criminalità organizzata. «Maroni - ha aggiunto Di Cesare - ora dovrebbe dimettersi per tutelare la sua immagine. Fino a un certo punto aveva fatto il suo dovere poi è stato sconfessato. È la prima volta che accade questo nella storia italiana, con tanto di richiesta del prefetto e documentazione che attesta i legami tra l'amministrazione di Fondi e la criminalità organizzata. Ci auguriamo ora che il presidente della Repubblica non firmi il decreto».




giovedì 8 ottobre 2009

IO SONO STATO VOTATO DAL POPOLO LA CORTE COSTITUZIONALE DA NESSUNO, IL POPOLO CONTA PIU’ DEI GIUDICI


Con queste parole il Premier ci spiega cos’è il Berlusconismo un fenomeno pseudo fascista che non ammette contraddittorio che ritiene gli strumenti di controllo a garanzia della democrazia inutili laccioli, che vive la Costituzione Italiana (come dice lui scritta dai comunisti) come il maggiore ostacolo per la crescita e lo sviluppo (la sua crescita, il suo sviluppo) con queste parole il Premier questa mattina si è aggiudicato la prima pagina di tutte le testate giornalistiche del mondo.

Un virus che ben descrive ieri Franco Cordero su La Repubblica:

“s'insedia, monopolista d'una televisione con cui disgrega i neuroni collettivi; tre volte occupa Palazzo Chigi adoperando i mangiatori dell'erba televisiva quale massa elettorale. Mentre istupidiva l'audience rastrellando pubblicità, allungava i tentacoli negli affari: editoria, banca, finanza, commercio, cinematografo, assicurazioni e via seguitando; ogni atto del governo in materia economica tocca interessi suoi (in quale misura gli riesce comodo lo scudo fiscale?); nessuno lo vede eroico asceta. Chiamarlo illegalista è eufemismo: edifica l'impero mediante corruzione, frode, plagio; vince le cause comprando chi giudica. Le guerre da corsa implicano dei rischi. Sinora li ha elusi, aiutato da oppositori imbelli o quasi complici: saliti due volte al governo, chiudono gli occhi sul conflitto d'interessi che trasforma l'Italia in una signoria privata indefinibile secondo le categorie politiche; ha tante pendenze e se ne disfa mutando le norme penali (vedi falso in bilancio)”

Questo è il berlusconismo un virus devastante che ci rende incapaci di ragionare, una sindrome della quale anche il centro sinistra è affetto. “ l’Italia è malata” diceva Giorgio Bocca un paio di anni fa.

E’ con questo malcostume, con questo becero modo di fare che attacca l’interlocutore prima che questi parli senza minimamente entrare nel merito delle questioni, che ora dobbiamo fare i conti. E questo si nota anche negli interventi di in un blog di respiro locale come il nostro.

La terapia non sono le elezioni anticipate, per il centro sinistra sarebbero un ulteriore meritata mazzata, non farebbero altro che confermare la “leader schip” di Berlusconi, basta leggere i commenti sui Blog del PdL per capire con chi abbiamo a che fare:

http://www.ilpopolodellaliberta.it/sms.htm.

Mettiamoci in testa che siamo diventati un paese malato di ignoranza basta fare un giro in qualche capitale europea per percepire quanto siamo considerati.

PER CURARE UNA MALATTIA GRAVE IL PAZIENTE DEVE PRENDERE ATTO CHE E’ MALATO ALTRIMENTI MUORE.





lunedì 5 ottobre 2009

Facciamo contento il nostro lettore "la Verità" con l'auspicio che si calmi


Lettera inviata da Antonio Di Pietro a Vittorio Feltri pubblicata dallo stesso Feltri sul sul giornale da lui stesso diretto.

Gestione dei finanziamenti

Caro direttore, eccomi.

Ieri Lei dalla pagina di Libero mi ha chiesto due spiegazioni e mi ha dato un consiglio. Cominciamo dal consiglio che era il seguente: “Le sollecito a darci prova della sua trasparenza e affidare i milioni del finanziamento ad un collegio di ragionieri eletti nel suo partito”. Mi pare proprio un buon consiglio, la ringrazio e mi attivo immediatamente. Ho oggi stesso disposto la modifica dello Statuto che ora prevede che tutte le finanze del partito e tutti i contributi elettorali (sia futuri che pregressi beninteso), siano gestiti non più dai soci originari che hanno dato vita al partito ma dall'intero Ufficio di Presidenza dell'Italia dei Valori che è composto da 7 persone, individuato non nominatamente ma – pro tempore – per il loro ruolo, la loro funzione e la loro elezione: il Presidente del partito, il Capogruppo della Camera, il Capogruppo al Senato, il Portavoce nazionale del partito, il Tesoriere, un rappresentante degli eletti nelle Regioni (da loro nominato) ed un esperto contabile nominato dall'Ufficio di Presidenza stessa (su proposta dell'Esecutivo nazionale di Idv che è il massimo organo assembleare del partito). Provi a visionare gli Statuti degli altri partiti e vedrà che tutti hanno adottato – specie all'inizio della propria attività – misure di cautela per evitare l'assalto alla diligenza (come peraltro “Libero” ne ha dato atto proprio ieri, informandoci delle beghe interne fra Margherita e Ds per la suddivisione dei rispettivi fondi e beni). Ho già preso appuntamento per domani da un notaio di Bergamo (che conosce pure Lei) per la relativa statura notarile. Appena sottoscritto Le invierò in anteprima copia del nuovo Statuto di Idv: se ha qualche ulteriore consiglio da darci le sarei davvero grato e provvederà di conseguenza.
E veniamo, caro direttore, alle domande che mi ha posto e che possono essere cosi riassunte: come sono stati gestiti i contributi ricevuti finora da Italia dei Valori e come “è la storia dei 10 appartamenti” che avrei acquistato. Rispondo subito, inviandole a parte la relativa documentazione per le verifiche che riterrà opportune effettuare.

Rimborsi elettorali

Idv non riceve finanziamenti da imprenditori o sponsor che sia (da noi non troverà i Romeo di turno). Riceveremo invece – come tutti gli altri partiti che hanno rappresentanza parlamentare – i finanziamenti pubblici previsti dalla legge. Sono tanti. Per noi e per gli altri (ed infatti nella scorsa finanziaria abbiamo chiesto inutilmente al Parlamento di dirottarli a favore degli ammortizzatori sociali). Essi vengono introitati da Idv tutti ed esclusivamente sui 2 conti correnti della tesoreria dell'Italia dei Valori e da questa utilizzati solo ed esclusivamente per esigenze del partito e della sua azione politica (come, da ultimo è avvenuto per la raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Alfano). Inoltre riceviamo le quote di partecipazione dai nostri iscritti, dai nostri parlamentari e dai nostri eletti e amministratori. Infine riceviamo gli interessi attivi del denaro che rimane parcheggiato in banca fino al suo utilizzo. Più in concreto finora abbiamo incassato – dal giorno in cui ci siamo presentati alle elezioni la prima volta nel 2001 e fino a tutto il 2007 – contributi pubblici per 19'908'596 euro, a cui si devono aggiungere ulteriori 761'909,00 euro a titolo di interessi attivi e per contributi degli aderenti ed eletti del partito. Di converso, abbiamo speso a tutto il 2007 euro 16'233'853. Il nostro partito, quindi, non solo non ha debiti ma è in attivo di euro 4'436'652, somma che trovasi depositata presso le due banche predette, sempre, solo ed esclusivamente sui conti di Idv, come può rilevarsi dai relativi estratti conto. Per l'anno 2008 appena trascorso, la stesura del bilancio è in corso (per noi come per qualsiasi altro partito o ente o azienda) e verrà pure reso pubblico nelle forme e nei tempi previsti dalla legge. Come noto, infatti, tutti i bilanci dei partiti devono essere regolarmente pubblicati in giornali a tiratura nazionale. Quelli di Idv, peraltro, sono sempre stati (e lo sono ancora) visionabili alla voce “Bilanci e Finanze” sul sito del partito Italiadeivalori.it. Comunque – e ad ogni buon conto – glie ne invio copia (specificandole fin d'ora che quest'anno chiederò di pubblicare proprio su Libero il bilancio 2008, come previsto per legge, se Lei me lo permetterà). Specifico che i bilanci annuali dell'Italia dei Valori sono sempre stati tutti regolarmente approvati dall'Organo di controllo del Parlamento, come rilevasi esemplificativamente dalle attestazioni del Presidente della Camera dei Deputati per gli anni 2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007 che le invio a parte. Specifico anche che la Corte dei Conti - a cui spetta per legge approvare i Conti consuntivi delle spese elettorali dei partiti - nel referto trasmesso al Presidente della Camera sui consuntivi presentati dalle formazioni politiche ha finora sempre approvato i rendiconti presentati dall'Italia dei Valori.

Tutti gli immobili

E veniamo alla "storia dei 10 appartamenti" (che poi non sono dieci, perché se ne vendi uno per comprarne un altro con i soldi del primo, non ne hai due ma sempre uno). È vero che qualcuno negli anni passati ha alluso ad un utilizzo indebito da parte mia dei rimborsi elettorali, ma - come potrà prendere atto leggendo il decreto dei Gip di Roma n.4620/07 del 14.03.2008 che le invio integralmente - non solo è stata disposta nei miei confronti - su conforme richiesta del pm - l'archiviazione perché il fatto non sussiste ma addirittura sono stati rimessi gli atti alla Procura per la valutatone circa il reato di calunnia nei confronti del denunciante.
Ma, potrebbe obiettare lei e giustamente: d'accordo, la gestione della tesoreria di Italia dei Valori sarà pure corretta ma i soldi per gli appartamenti dove li hai presi? Ecco, allora, l'elenco delle mie proprietà, il loro valore di acquisto e la provenienza dei relativi fondi. A Montenero di Bisaccia sono proprietario di una azienda agricola (lasciatami in eredità da mio padre e mia madre) con circa 15 ettari di terreno e casa colonica annessa (che ho ben ri¬strutturato a mie spese, con i fondi (e le pietre) provenienti proprio dall'azienda: produco in proprio, infatti dalla morte di mio padre (1987) soprattutto, olio e grano (quest'anno oltre 400 quintali). A Curno, in provincia di Bergamo ho una villetta a schiera in via Lungobrembo 62, acquistata alla fine degli anni '80 e quindi per definizione con soldi non del partito (che, come noto è stato fondato ne! 2000 ed a cui i primi contributi sono cominciati ad affluire nell'autunno del 2001). Sempre a Curno, in via Lungobrembo 64 (contigua alla precedente) vi è una vecchia casa con giardino, di proprietà di mia moglie che l'ha comprata nel 1985 per 38 milioni di vecchie lire e che e stata dalla stessa (e con il mio contributo, anche manuale) ristrutturata nel 1986 (e quindi in epoca anch'essa non sospetta). È il luogo dove siamo andati a vivere dopo sposati. A Bruxelless sono comproprietario di un piccolo appartamento in via Scarabee 3, acquistato nel 1999 per 204 milioni di vecchie lire (di cui la metà con prestito bancario della Bbl di Bruxelless, sede del Parlamento europeo) quand'ero parlamentare europeo (ed a tal fine). Anche questo immobile è stato acquistato in epoca precedente alla costituzione di Idv. A Bergamo sono proprietario di un appartamento in via Locateli, da me acquistato, a seguito di gara pubblica, ad un'asta indetta dalla Scip per conto dell'Inail in data 10 novembre 2004 (rogito 16.03.2006) per euro 261'661,00 oltre spese e tasse. Non sono invece proprietario di alcun altro immobile in tale città, come invece pure era stato scritto. Vi sono invero lo studio e la casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l'avvocato da una vita e fa pane di una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).

La società Antocri

A Milano ho comprato nel 2004 (tramite la società Antocri) un appartamento in via F. Casati 1/a, per euro 614'500,00, di cui 300'000,00 con mutuo Bnl ed il resto con parte dei fondi provenienti dalla vendita di due appartamenti di mia proprietà che avevo a Busto Arsizio (acquistati nel 1999 - e quindi sempre in epoca antecedente alla costituzione di Idv - per lire 845'166'000 e rivenduti nel 2004 per 655'533,46 euro). Gli atti notarili sono a sua disposizione. Quanto alla provenienza dei fondi per acquistare gli appartamenti di Busto Arsizio, non me ne voglia ma lei dovrebbe ricordarla bene essendo stata una delle persone che vi hanno in qualche modo contribuito (ricorda i 400 milioni di lire che l'editore de "II Giornale" (ove egli faceva all'epoca il direttore responsabile) mi versò, a titolo di risarcimento danni con assegno circolare? All'epoca peraltro furono in molti a versarmi denaro per risarcirmi dei danni provenienti da articoli di giornali ritenuti diffamatori dai giudici o comunque, in via di transazione bonaria). L'altra parte dei soldi provenienti dalla predetta compravendita li ho usati per acquistare (tramite la società Antocri) a Roma nel 2005 un appartamento in via Principe Eugenio per euro 1'045'000,00 (il resto della provvista è stato reperito da un mutuo bancario Bnl di 400'000,00 euro e dai miei risparmi di cui in appresso). Tale immobile è stato rivenduto nel 2007 a 1'115'000,00 e con la relativa provvista, una volta estinto il mutuo, ho comprato l'anno scorso una casa ai miei due figli più piccoli a Milano, in zona Bovisa, per studiare. Ho anche aiutato mio figlio maggiore, con donazioni in denaro (per un totale di circa 80 mila euro) in parte quando si è sposato ed in parte quando sono nati i suoi tre figli trigemini. Soldi che egli, coscienziosamente ha utilizzato per pagare l’ anticipo di una casa a Curno quando abitava li e che poi ha rivenduto ricomprandosi, a minor prezzo, casa a Montenero, quando si è trasferito al paese natio. Sempre a Roma, sono attualmente proprietario dell’appartamento di via Merulana, ove abito quando mi reco li per ragioni legate al mio lavoro parlamentare. L’ho comprata, nel 2001 - e quindi ancora una volta prima dei rimborsi elettorali confluiti in questi ultimi anni al partito - per 800 milioni di vecchie lire ( di cui, come al solito, parte in mutuo) Queste sono,- o sono stata- le mie proprietà. Mi si dirà. D’accordo hai fatto delle compravendite ed hai stipulato dei mutui, ma per il resto dove hai preso i soldi? Ebbene, i miei redditi pubblici e che possono essere consultati presso il sito della camera dei Deputati e del senato ammontano dal 1996 ad oggi ad oltre 1'000'000,00 di euro ( al netto tasse), come da tabella riepilogativa che le invio a parte. A tutto ciò devono aggiungersi ulteriori rinvenienze attive, tra cui una donazione mobiliare per circa 300 milioni di vecchie lire ricevuta nel 1996 dalla contessa Borletti ( i fatti sono notori in quanto hanno riguardato come beneficiari anche altri personaggi pubblici) e come detto plurimi risarcimenti danni ricevuti ( da me e dai miei familiari) per circa 700'000,00 euro negli anni in relazione alle varie diffamazioni subite nel tempo nonché i frutti dell’agenzia agricola e dei relativi cespiti immobiliari lasciatimi in eredità dai miei genitori dopo la loro morte.

Conclusioni:

Tutto qui. Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse e altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina come mi hanno insegnato i miei genitori, risparmiando ed investendo i guadagni in immobili( almeno questi non ti mandano sul lastrico, come è successo per le azioni e le speculazioni in borsa!). Mi scuso per la prolissità e se necessario sono ancora e sempre pronto a fornire tutte le risposte che riterrà necessarie. Con Lei, caro direttore lo faccio volentieri per tre ragioni: primo perché sono certo della sua buona fede e del suo sacrosanto diritto di pormi le domande che mi ha posto; secondo perché sono convinto che ogni personaggio pubblico deve rispondere nel merito alla pubblica opinione (ed agli organi di informazione indipendenti come “Libero”); terzo, perché è cominciato il nuovo anno e voglio avvicinarmi alla terza età nel migliore dei modi. Buon anno a lei ed ai suoi lettori."

Antonio Di Pietro.




domenica 4 ottobre 2009

Il capo del movimento ostile al PD oggi a Milano presenta il suo partito





Beppe Grillo ha presentato oggi il suo nuovo movimento politico, "Movimento a cinque stelle", con liste civiche che si candideranno alle prossime regionali.
Ad un convegno in un gremito teatro Smeraldo di Milano -- trasmesso in diretta streaming sul suo famoso blog -- Grillo ha spiegato che il movimento sarà presente in Emilia Romagna, Piemonte e Campania ("dove possiamo avere possibilità di riuscita"), ma che sosterrà le liste che si vorranno presentare con i suoi simboli anche in altre regioni.
"Se ci saranno le (elezioni) politiche, il movimento c'è", ha aggiunto. "Io probabilmente non farò il presidente... ho 61 anni... Voglio vedere gente di 30 anni prendersi questo paese".
Grillo ha poi aggiunto che nelle liste del movimento non dovranno esserci condannati o persone che hanno avuto più di due candidature e che fanno parte di altri partiti.
Ha poi presentato il programma politico del movimento, che vuole la trasparenza amministrativa, il no ai condannati in Parlamento, provvedimenti per la riconversione energetica e l'accesso al Web.
Nel suo intervento, Grillo ha toccato svariati argomenti, ha difeso il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, ("un monumento per quello che fa", lo ha definito) e ha criticato la manifestazione sulla libertà di stampa che si è tenuta ieri a Roma.
La manifestazione "era stata rinviata dopo la strage di Kabul, ma è stata fatta ugualmente con oltre 20 morti a Messina. Ma che senso ha? La libertà di stampa non significa nulla".
Nel luglio scorso, Grillo si era proposto come candidato a segretario del Partito democratico, ma il Pd ha respinto la sua candidatura .





non perché in Italia non ci sia libertà di stampa, ma perché ci viene tolto di diritto di poter fare bene il nostro lavoro




Dice Roberto Saviano ieri su Repubblica: “come è possibile che in Italia si manifesti per la libertà di stampa. Da noi non è compromessa come lo è a Cuba, in Cina, in Iran, in Birmania. Ma oggi manifestare o alzare la propria voce in nome della libertà di stampa vuol dire altro, significa libertà di poter fare il proprio lavoro senza essere attaccati sul piano personale, senza un clima di minaccia e persino senza che ogni opinione venga ridotta a semplice presa di parte, come fossimo in una guerra dove è impossibile ragionare oltre una logica di schieramento”.

Ha ragione Saviano, non è ammissibile che un giornalista debba vivere sotto scorta o non possa intervistare in diretta quella che fino a ieri per Belpietro era una ” ford escord” e che oggi per la testata da lui diretta è una puttana..

Lo stesso vale per i magistrati ai quali sono stati tolti gli strumenti per poter lavorare, per le forze dell’ordine penalizzate da ulteriori tagli finanziari, per i professori ridotti ad un numero sempre più esiguo, per i ricercatori totalmente privi di risorse e sottopagati, per i medici umiliati nella professione da baroni, da primari e da politici come avvenuto in Puglia, per gli ispettori del lavoro impossibilitati a fare i controlli, per i sovrintendenti dell’erario ormai inutili visto che tutti i reati relativi all’evasione fiscale sono stati depenalizzati, per la Corte dei Conti che oggi non può indagare oltre i conti della spesa di una casalinga.

Non è finita qui, dal mese di Luglio è in atto lo stato di agitazione degli impiegati dell’ISTAT, il motivo è perché questo governo vuole privatizzarla, a Berlusconi non piacciono le ultime statistiche 6,3 % di ribasso sul PIL (equivale a 750..000 posti di lavoro in meno, ieri ANSA)

A ragione il cavaliere, questo pessimismo non aiuta, la gente si demoralizza e poi non spende, privatizziamola e facciamo diventare questi dati più ottimistici in modo di poter vivere tutti felici e contenti.

(ai dati Istat fanno riferimento tutti i contratti dei lavoratori italiani, che ad oggi, risultano i più bassi d’Europa)

La TV non ne parla, la stampa nemmeno e i i soliti partiti fanno orecchie da mercante, noi secondo qualcuno dovremmo tacere o meglio non dovremmo cercare di comprenderne le cause.

Per questi motivi la manifestazione di oggi che ha visto in piazza oltre trecentomila persone è stato un evento importante, non perché in Italia non ci sia libertà di stampa, ma perché ci viene tolto di diritto di poter fare bene il nostro lavoro, la libertà di stampa, quella vera, come dice Saviano manca a Cuba, in Cina, in Iran e in qualche altro paese sottosviluppato.

L’opinione del popolo è la base del nostro governo. Se fossi chiamato a decidere tra un governo senza giornali oppure dei giornali senza un governo, io non esiterei un momento a preferire quest’ultima soluzione. Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti





venerdì 2 ottobre 2009

EL CHE AVEVA UNA SOLA COSA IN TESTA LA RIVOLUZIONE


Ernesto Che Guewara incontra per la prima volta Fidel Castro nell’anno in cui io sono nato (1955) dopo aver ragionato una notte intera El Che decide di seguire Fidel nel suo progetto di liberare Cuba da Batista, l’anno dopo sbarcano a cuba nel 1959 Assunse l’Incarico di Ministro dell’Industria nel governo Castro, irrequieto per natura e non soddisfatto della rivoluzione avvenuta a Cuba, nel 1964 riparte per Algeri e in vari paesi africani, poi si trasferisce a Pechino.

Nel 67 torna in sud America per combattere nelle rivoluzione boliviana, nel mese di ottobre dello stesso anno venne assassinato a seguito di un agguato, poi passò alla legenda.


Dice il Che: di una cosa sono sicuro, il sindacato è un freno che va distrutto, ma non con il sistema di esaurirlo, bisogna distruggerlo come si dovrebbe distruggere lo Stato in un momento, con il metodo di superarlo da parte della gente, e alla fine arrivare a rendere inutile questa istituzione.

Dice sempre il Che: nelle attuali condizioni, in cui esiste un forte campo socialista, in cui continua ad approfondirsi la crisi generale del capitalismo, in cui il sistema coloniale si disintegra sempre più e gli ideali del socialismo, della democrazia e della pace possiedono una grandiosa forza di attrazione per l’intera umanità lavoratrice, si dà la possibilità concreta che, in questo o quel paese capitalista o uscito dalla dominazione coloniale, la classe operaia arrivi pacificamente al potere, per via parlamentare. A questa cantilena del parlamento non ci credono neanche gli italiani, che pure non hanno altro dio allude al PCI e alla CGIL che all’epoca rappresentava la cinghia di trasmissione del partito.

Non è mai stato tenero El ChE nei confronti del PCI, Guevara aveva espresso francamente il suo fastidio, rifiutando ad esempio un’intervista all’Unità, la motivazione fu che non stimava un partito che aveva un 25% di voti e non faceva nulla per la rivoluzione.

Molti dirigenti del Pci che all’epoca, quando El Che era Ministro, visitarono Cuba, tra cui Pietro Ingrao, rimasero sconcertati e irritati dalle brusche critiche di Guewara.

EL CHE AVEVA UNA SOLA COSA IN TESTA LA RIVOLUZIONE, per istaurare quel socialismo reale, dal quale lui stesso nel 1964 è fuggito, che da 50 anni applica Fidel Castro a Cuba, definito nel 2006 sempre da Pietro Ingrao con queste parole:

Cuba è uno Stato tiranneggiato da Fidel Castro, dove mancano i più elementari diritti di espressione libera del pensiero, della parola, di stampa, sociali, interpersonali e di espressione politica.

Ora vorrei chiedere chi è l’ignorante Pietro Ingrao o quei ragazzi che senza conoscere la storia contemporanea indossano una maglietta con un immagine che è finalizzata ad un solo valore il fallimento DELLE RIVOLUZIONI OPERAIE?

Ricordo anch’io qualche bella frase del Che, ma solo quelle che condivido, altre ho voluto dimenticarle.

chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso, preferisco morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio, hasta la victtoria siempre ma se mi guardo i giro, vedo solo magliette e tanta convenienza.




giovedì 1 ottobre 2009

Swan non sono riuscito a pubblicare questo commento sul npstro Blog appare non è possibile accettare il codice Must be at most 4,096 characters specificato.

L’unico modo per comunicare con te è stato quello di farci un post.

NO NO caro Swan io non ho mai attaccato nessuno a Lenola e non ho nessun motivo per farlo, certo è che abbiamo una diversa concezione del condurre un attacco politico, poi se qualcuno ha la coda di paglia o soffre di manie di persecuzione posso farci ben poco.

Siamo poco collaborativi, anche qui si evince una diversa concezione del termine collaborativi.

Non è forse collaborazione chiedere un incontro al Sindaco per porre alla sua attenzione alcune nostre idee riguardo il turismo?
Non è forse collaborazione presentare una proposta per il progetto partecipato?
Non è forse collaborazione creare i presupposti per fare in modo che le due compagini consiliari si incontrino in un cinema per fare chiarezza riguardo l’interpretazione di fatti oggetti che riguardano il nostro paese?

Certo che se per collaborazione si intende omertà, occultamento dell’informazione, partigianeria non ci siamo proprio.

Premesso ciò ragioniamo su alcune inesattezze che appaiono sul tuo commento:

Pedica da tempo occupa sistematicamente la sala stampa del C.d.M, infatti il Consiglio dei Ministri le dichiarazioni ai giornalisti le rilascia altrove, se entro domani non verrà sciolto il Consiglio Comunale di Fondi il Sen Pedica stabilirà un presidio all’interno di Palazzo Chigi, vale a dire che si comprerà un sacco a pelo e dormirà dentro il Palazzo.

Iniziativa questa in perfetta sintonia con quanto invita a fare Claudio Fava di Sinistra e Libertà, leggi la sua dichiarazione stampa che ho pubblicato sul post successivo, so che per molti politici questa è caciara, infatti sta caciara la facciamo solo noi, mi sorprende che tu abbia maturato la stessa concezione.

Per quanto riguarda lo scaldare la poltrona, sei poco informato, in quest’Italia essere disinformati non è una colpa, chiedi l’amicizia a Stefano Pedica su facebook , resterai meravigliato dalle iniziative che pone in essere alle quali partecipa sempre personalmente, così potrai toccare con mano il dinamismo di questa persona.

Io non ho mai chiesto le dimissioni ne a Andrea ne a Giancarlo, mi sono limitato a dire loro sia attraverso i Bog sia personalmente quanto segue:
Visto che all’interno del CC, per vostra stessa ammissione, (Andrea) non contate un cavolo perché non fate un passo indietro e cominciamo a lavorare insieme sul territorio?
Visto che avete condotto una campagna all’insegna del cambiamento, perché non lasciate il posto a Mariarita e ad Alfredo in modo che anche loro possano fare un po’ di esperienza?
Visto che l’alleanza con FI vi porta a non poter affrontare tutti quei problemi che riguardano la nazione perché non la sciogliete questa alleanza? Infatti è bastato uscire un attimo da Lenola, è bastata la campagna elettorale per le provinciali per rendere incompatibile questa unione.

E’ tutto scritto sui Blog puoi consultare i miei commenti quando vuoi.

Per quanto riguarda lo scudo fiscale qualcosa ti è sfuggito nelle lettura dell’ultimo Post, noi IdV abbiamo presentato una serie di emendamenti che se fossero stati votati l’impatto di questa legge non sarebbe stato così devastante, emendamenti questi votati dal PD ma non sono passati perché 51 parlamentari del PD l’altro ieri erano assenti. Capito Swan?

A cosa serve ospitare la D’Addario questa sera ad Anno Zero? Santoro non la ospita in quel caso l’avrebbe invitata a casa sua, Santoro la intervisteràla cosa strana , e che merita un minimo di riflessione, è che questa ragazza è stata ascoltata dalla stampa e dalle TV di mezzo mondo meno che da noi, come mai?

Vogliamo sapere da lei se è vero che sono state candidate nei comuni, nelle provincie, in parlamento europeo, personaggi femminili che vantano come unico merito l’aver rallegrato le serate del Premier e dei suoi amici.
Vogliamo sapere se il Premier può essere ricattato da escord, spacciatori di droga e puttanelle varie.
Vogliamo sapere chi faceva uso di cocaina perché questa pratica, cosi come quella di andare a puttane rappresenta un reato per tutti non solo per noi poveri disgraziati, le carceri son piene di ragazzini in attesa di processo per aver passato quattro canne agli amici.
Vogliamo sapere quali erano gli argomenti con i quali il Premier intratteneva le conversazioni in questi fesini, perché se fossero stati minimamente sfiorati argomenti riservati non andrebbe bene.

Poi se qualcuno si scoccia cambiasse canale, che poi interessi più o meno agli italiano, non sta a noi dirlo, lasciamo questo compito alle agenzie che si occupano di share, domani conosceremo gli indici di ascolto.

Ciao write26

L'Opposizione assente salva lo scudo fiscale.


Ieri la Camera dei Deputati ha votato sulla pregiudiziale di incostituzionalità dell'Italia dei Valori contro lo scudo fiscale tremontiano, che permetterà alla criminalità di far rientrare in Italia i capitali illeciti con la garanzia dell'anonimato e pagando una multa pari al 5%.

testo tratto da:


l'Altefatto:http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

"Le tre questioni pregiudiziali di costituzionalità al decreto legge correttivo del pacchetto anticrisi, sollevate dall’opposizione (che aveva promesso battaglia), sono state bocciate dall’aula con 27 voti di scarto.

LA “COLPA” E’ DEGLI ASSENTI 51 NEL PD, 6 nell’UDC, 2 in IdV. tutti Assenti in RC e SEL perché con le loro "seghe mentali" sono riusciti ad uscire fuori sia dal parlamento italiano sia da quello europeo.

Per chiarezza: Li vogliamo fare i nomi? Io penso di si e allora facciamoli!!!

51 ASSENTI NEL PD: Argentin, Bersani, Boccuzzi, Boffa, Bucchino, Calearo, Ciman, Calgaro, Capodicasa, Carra Enzo, Ceccuzzi, Cesario, Codurelli, D’Alema, Damiano, D’Antoni, De Micheli, Esposito, Fiano, Fioroni. Franceschini, Gaglione, Garofani, Giacomelli, Gozi, La Forgia, Levi, Lolli, Losacco, Maran, Marchignoli, Martino, Pierdomenico, Meta, Mogherini Rebesani, Mosella, Picierno, Pistelli, Pollastrini, Pompili, Porta, Portas, Realacci, Rosato, Sani, Servodio, Tenaglia, Turco Livia, Vaccaro, Vassallo, Vernetti, Villecco, Calipari,Zampa.

6 ASSENTI NEL UDC : Cesa, Ciccanti, Drago, Galletti, Mannino, Pisacane

2 ASSENTI NEL IDV: Barbato Cimadoro.

E’ palese che se non ci fosse stato l’assenteismo dei parlamentari del PD questa legge sarebbe comunque passata ma con FORTI LIMITAZIONI, invece e’ andato tutto liscio da oggi chiunque puo’ snaturare i registri contabili, distruggere documenti, falsificare il bilanci, per fare un esempio un caso Parmalat, con la nuova legge, non avrebbe ragione di esistere, chi ha perso i soldi li ha persi e basta.

Queste notizie la TV non le dara’ mai.

Ora mi rivolgo ai fondatori di questo Blog e domando: queste informazioni su un blog dove il diritto di replica non e’ negato a nessuno dobbiamo darle o no? Informare fedelmente i lettori su quanto e’ successo e aprire un dibattito rientra nei nostri obiettivi o no? Entrare pubblicamente nel merito delle questioni rappresenta ancora il nostro target o no?

Per chiudere:

questo post, e a questo spero che non ne dovranno seguire altri, e’ un “attacco” al PD o e’ semplicemente un modo come un altro per ricondurre cio’ che resta di questa scellerata sinistra o centro sinistra italiana alle proprie responsabilita’?

Perche’ caro Swan e caro Zucabbo su queste questioni dobbiamo fare chiarezza, criticare un amministrazione comunale per poi candidarsi a sostituirla per fare esattamente le stesse cose e’ una ginnastica mentale che non mi appassiona e non mi appassionera’ mai.

Cosi’ come non intendo fare sconti a nessuno, il mio motto e’ che il fine NON giustifica i mezzi, l’ipotesi di TACERE per non toccare la suscettibilita’ degli ipotetici alleati neppure mi sfiora.

Cosi’ come non sono e non saro’ mai attratto dallo spirito di appartenenza, dal difendere “A SPADA TRATTA” ,contro l’evidenza, i miei interessi, il mio partito, il mio paese, la mia citta’, la mia famiglia, il mio clan, questo atteggiamento, a mio avviso, e’ da considerarsi un atteggiamento mafioso.

Per questo motivo non riesco ad entrare in sintonia con il mio, direi, carissimo “giovane” in questo caso “sprovveduto” amico Zucabbo che ritiene logico assentarsi dal commentare su questo Blog perche’ da questo sito sono partiti degli “ATTACCHI ” a Niky Vendola o con Swan che ha registrato altri “ATTACCHI “ su facebook ai ragazzi di SeL riguardo la loro devozione per Ernesto Che Guewara.

Caro Swan, quando paragoni Falcone, uomo di sinistra o Borsellino uomo di destra, al nostro amato CHE sei fuori dalla realta’ , se fossero ancora vivi i due Magistrati continuerebbero a fare il loro lavoro, sarebbero al passo dei tempi, e rappresenterebbero un valore aggiunto oltre che una memoria storica, EL CHE e’ “giurassico” e’ una leggenda, non ha niente a che vedere con i problemi attuali, oggi grazie anche a Lui non abbiamo piu’ bisogno di fare rivoluzioni imbracciando le armi.

Allora caro Swan e caro Zucabbo nel rispetto reciproco della nostra storia, che poi sapete bene ci accomuna, visto che ci vogliamo anche bene, cerchiamo di non prenderci per il culo.