venerdì 30 gennaio 2009

Ultima riunione del Consilio Comunale

La riunione entra nel vivo con due interrogazioni della Minoranza Consiliare relative ad alcuni presunti illeciti nel campo dell’edilizia e alle opere di restauro della scuola in concerto con quanto scritto sull’ultimo volantino diffuso dal gruppo di Minoranza, è il Consigliere Comunale Giancarlo Di Fonzo a “dettagliarle” e a chiedere le dimissioni dell’assessore Tatarelli che ribatte argomentando le sue ragioni, l’Assessore, nell’affermare la personale disponibilità a rimettere il mandato si riserva di verificare in sede legale quanto offensive e diffamatorie possano essere le accuse che gli sono state rivolte attraverso il volantino per poi valutare se procedere o meno con una querela contro coloro che intendevano diffamarlo, l’assessore Magnafico risponde alle contestazioni sulla scuola e spiega in modo appropriato le ragioni che a volte non permettono di applicare correttamente le procedure.

Caro Assessore noi “ignoranti” lo abbiamo letto il volantino, non c’è bisogno di un principe del foro per stabilire che i concetti espressi sul volantino appaiono o si percepiscono (come preferisce) come vere e proprie illazioni sulla sua persona e sul suo operato e allora coraggio, sia coerente, la inoltri questa denuncia, così finalmente chi di dovere potrà intervenire per far luce su questa squallida vicenda. (per chi legge: l’assessore NON LO FARÀ MAI)

Subito dopo è tornata la calma, entrambe le compagini si sono trovate d’accordo e su una serie di provvedimenti hanno deliberato all’unanimità per poi suscitare il mio stupore, nell’istante in cui i consiglieri del PD e Verdi hanno espresso voto favorevole ad un provvedimento che prevede il ricorso a particolari contratti di lavoro che penalizzano il lavoratore sotto l’aspetto contributivo, a favore di risparmi irrisori per l’amministrazione comunale in ambito Comunità Montana, cari consiglieri del PD e Verdi, almeno voi, questo inutile consenso potevate risparmiarvelo, il provvedimento sarebbe passato comunque ma avreste evitato una pessima figura.

Infine il “Tappo” questa questione è difficile da commentare, perché sono saltate tutte le regole del confronto civile, abbiamo assistito al lato peggiore della Maggioranza Consiliare una Presidenza intransigente solo e sempre con il Consigliere Di Fonzo che in più occasioni è stato costretto ad interrompere il suo ragionamento.

Con dei sofismi, vizi di forma, sommarie interpretazione la Maggioranza ha risposto all’intervento del Consigliere Antongiovanni che in modo articolato aveva esposto i fatti relativi alla “faccenda” del Chiosco e inoltre avanzato una proposta equa e risolutiva.

Nessuna attenzione all’intervento del Consigliere Pietrosanto che con competenza ha fatto notare le irregolarità presenti nel provvedimento (CHIOSCO)

Nessun interesse per l’intervento del capogruppo Guglietta che ha tentato di ricondurre la questione alla ragionevolezza.

Non vado oltre anche perché abbiamo realizzato delle riprese video e su questo Blog, nei prossimi giorni, vi segnaleremo il link dove potrete visionare il filmato e farvi un idea personale di quanto è avvenuto.

Una bella notizia…….. circa trenta persone hanno assistito alla riunione consiliare, non sempre è così, qualcuno ha accettato il nostro appello e questo ci rallegra. grazie write26

p.s.Il Consigliere Lauretti informa che su mandato del sen. Fazzone lui è l’unico a Lenola che può parlare a nome di FI (meno male)

mercoledì 28 gennaio 2009

INVITO ALLA PARTECIPAZIONE


Domani si riunirà il Consiglio Comunale, tra le molte questioni all’ordine del giorno, probabilmente, verrà affrontato anche l’annoso problema del Chiosco, è un problema reale che ci trasciniamo da decenni, vediamo da un lato gli interessi di una famiglia che detiene l’attività in questione che forse rappresenta l’unica fonte di “sostentamento” dall’altra un amministrazione comunale che non ha mai voluto risolvere un problema diciamo…. discutibile.

Tutti auspichiamo che sia il buonsenso a prevalere ma non sarà così, da una parte ci sarà chi tenterà di trovare uno stratagemma per poter svincolare il terreno dalla proprietà demaniale per cederlo a quattro soldi ai detentori del Chiosco, dall’altra chi invece, spinto anche da desideri di rivincita, vorrebbe sfrattarlo in maniera definitiva considerando, a priori, tale operazione una “cambiale elettorale”

In un paese normale o che spera di diventarlo, questo problema verrebbe affrontato con saggezza, le forze in campo si spenderebbero per cercare una soluzione di equilibrio interpretando in maniere virtuosa le leggi in materia, nel rispetto degli interessi collettivi non penalizzando quelli privati,

QUESTO E’ IL RUOLO DELLA POLITICA CARI AMICI/LETTORI PURTROPPO ANCHE QUESTA FACCENDA FINIRA’ IN TRIBUNALE E COME SEMPRE SARANNO I CITTADINI A PAGARNE LE SPESE.

Per evitare che ciò avvenga i cittadini, a prescindere dall’ideologia politica, dovrebbero far sentire la loro presenza assistendo alla riunione comunale e presidiando la Piazza sottostante dando vita ad un assemblea spontanea, questo è l’unico modo per riappropriarci dei nostri diritti e per ricondurre chi amministra ai propri doveri. write26

venerdì 23 gennaio 2009

CHI FINIRA' SUL SATELLITE?


'Unità, 23 gennaio 2009

Tutto comincia nel 1996. Il ministro delle Comunicazioni del governo Prodi, Antonio Maccanico, presenta il ddl 1138 con una norma antitrust: entro il 28 agosto, come ha stabilito nel 1994 la Corte costituzionale, Mediaset dovrà cedere una rete o mandarla sul satellite. Ma subito dopo annuncia un decreto salva-Rete4: proroga di 5 mesi in attesa della riforma complessiva del sistema, che non arriverà mai, bloccata dall’ostruzionismo della destra in commissione Lavori pubblici e Telecomunicazioni del Senato (presidente Claudio Petruccioli). A fine anno la proroga di agosto sta per scadere. Ma niente paura: Maccanico ne concede un’altra. Intanto D’Alema diventa presidente della Bicamerale coi voti di Forza Italia: due anni di inciucio sfrenato. Il Parlamento approva una piccola parte della riforma Maccanico: nessun operatore può detenere più del 20% delle frequenze nazionali, dunque Rete4 è di troppo. Ma a far rispettare il tetto dovrà essere la nascente Agcom, e solo quando esisterà “un effettivo e congruo sviluppo dell’utenza dei programmi via satellite o via cavo”. Solo allora Rete4 andrà su satellite e Rai3 trasmetterà senza spot. Cioè mai. Che vuol dire «congruo sviluppo» del satellite? Nessuno lo sa.

Nell’ottobre ’98 cade il governo Prodi, rimpiazzato da D’Alema. L’Agcom presenta il nuovo piano per le frequenze e bandisce la gara per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali che si divideranno le frequenze analogiche disponibili, in aggiunta alle tre reti Rai. Oltre a Mediaset e Tmc, si presenta un outsider: Francesco Di Stefano, imprenditore abruzzese proprietario di un network di tv locali: Europa7. La commissione ministeriale esamina le offerte e stila la graduatoria: Canale5, Italia1, Rete4, Tele+ bianco, Tmc, Tmc2, Tele+ nero, Europa7. Quest’ultima è 8^ in totale, ma addirittura 1^ per qualità dei programmi. E passerà al 6° posto appena Rete4 e Tele+nero traslocheranno su satellite dopo il famoso “congruo sviluppo” delle parabole. Il 28 luglio ‘99 un decreto del governo D’Alema le assegna la concessione. Di Stefano apre un mega-centro produzione di 22 mila mq sulla Tiburtina, 8 studi di registrazione, uffici, library di 3mila ore di programmi e tutto quanto occorre per una tv nazionale con 700 dipendenti. Non sa che sta iniziando un calvario infinito: diversamente che per le altre reti, già attive da anni, il decreto ministeriale non indica le frequenze di Europa7: sono occupate da Rete4 e Tele+ nero.

Nel 2002 si rifà viva la Consulta: basta proroghe a Rete4, che dovrà emigrare su satellite entro il 1° gennaio 2004. Così le frequenze andranno a Europa7. Ma Berlusconi, tornato al governo, salva la sua tv con la legge Gasparri: il tetto del 20% va calcolato sui programmi digitali e le reti analogiche, cioè sull’infinito. Dunque Rete4 non eccede la soglia antitrust e può restare dov’è. Il 16 dicembre 2003, però, Ciampi respinge la legge al mittente. Ma a fine anno Berlusconi firma il decreto salva-Rete4: altri 6 mesi di proroga. Intanto scatta la Gasparri-2: per mantenere lo status quo in barba alla Consulta, si stabilisce che nel 2006 entrerà in vigore il digitale terrestre moltiplicando i canali per tutti e vanificando ogni tetto antitrust. Nel frattempo i «soggetti privi di titolo» che occupano frequenze in virtù di provvedimenti temporanei, cioè Rete4, possono seguitare a trasmettere. Chi ha perso la gara (Rete4) vince, chi ha vinto la gara (Europa7) perde.

Di Stefano non demorde. Respinge gl’inviti a ritirarsi o a “mettersi d’accordo” e nel luglio 2004 si rivolge al Tar Lazio. Che però nel 2005 gli dà torto. Si va al Consiglio di Stato, per avere le frequenze negate e un risarcimento danni di 2 miliardi di euro (con le frequenze) o di 3 (senza). Il Consiglio di Stato passa la palla alla Corte di giustizia europea di Lussemburgo perchè valuti la compatibilità delle norme italiane con il diritto comunitario.

Nel maggio 2006 il centrosinistra torna al governo. Ma non fa nulla per sanare l’illegalità legalizzata dai berluscones. E si guarda bene dal modificare le regole d’ingaggio all’Avvocatura dello Stato, che seguita a difendere la Gasparri in Europa. Come se governasse ancora Berlusconi. Il 31 gennaio 2008, finalmente, la sentenza della la Corte di Lussemburgo: le norme italiane che consentono a Rete4 di trasmettere al posto di Europa7 sono “contrarie al diritto comunitario”, dunque illegali: la Maccanico, il salva-Rete4, la Gasparri, ma anche il nuovo ddl Gentiloni. Tutte infatti concedono un infinito “regime transitorio” a Rete4, che va spenta subito, dando a Europa7 ciò che è di Europa7. Le norme comunitarie “ostano a una normativa nazionale che impedisca a un operatore titolare di una concessione di trasmettere in mancanza di frequenze assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”. Uno tsunami che spazza via vent’anni di tele-inciuci. O almeno dovrebbe.

La sentenza è immediatamente esecutiva e il governo Prodi - pur dimissionario - dovrebbe applicarla ipso facto. Ma il ministro Gentiloni ci dorme sopra, e intanto finisce anticipatamente la legislatura. Quella nuova si apre con un’ennesima legge salva-Rete4, poi ritirata da Berlusconi. Non ce n’è più bisogno. Il governo assegna a Europa7 una frequenza della Rai, peraltro inattiva. Ma l’altro giorno il Consiglio di Stato, dopo 10 anni di soprusi, si beve anche l’ultima truffa. Ed emette la sentenza-beffa: Europa7 ha ragione (Rete4 andava spenta fin dal 2004). Ma ha diritto alla miseria di 1.041.418 euro di danni, anche perché "non poteva ignorare i caratteri specifici della situazione di fatto nella quale maturò il bando": avrebbe dovuto "dubitare seriamente" che le frequenze gliele dessero davvero e rassegnarsi, abbandonando il settore tv, anziché proseguire la battaglia legale. Dove si credeva di vivere, questo ingenuo signore: in una democrazia?

(Vignetta di Natangelo)

martedì 20 gennaio 2009

“Lettera ad un politico” ricevo da Minny e Pubblico.




Sono cittadina italiana e vivo in un piccolo paese di montagna dimenticato.

Ho visto tanti manifesti con il suo volto durante il periodo della campagna elettorale. Dicevano: “per una nuova politica vota……” in altri invece: “sarò in mezzo a voi….”.

Ora lei è diventato un uomo importante e sono molto contenta di aver contribuito,con il mio voto,al suo successo.

Mi sono detta: avremo uno che si interesserà di noi,che ci rappresenterà, darà voce e concretezza ai nostri bisogni e difenderà i nostri diritti.

Mi ha invitato a starle vicino durante il suo mandato…oggi, a dire il vero,ho parecchia difficoltà a rintracciarla.

Che cosa è successo signor politico? Dove è andato? Che cosa fa?

Ricordo le sue promesse e i suoi buoni intenti…avrei voluto raccontarle tante cose…ma ho cominciato a pensare,forse a fantasticare e mi sono venute alla mente tante domande a cui non ho saputo dare risposte.

Mi sono chiesta perché non mi conosce più,perché non ricorda più le sue promesse?

Forse sono una ingenua o una credulona.

Come siamo strani signor politico.

Mi auguro che lei non abbia ispessito il cuore tanto da non vedere e sentire più.

Comunque vada, signor politico, io la aspetterò, e quando avrà finito il suo mandato forse ci incontreremo di nuovo…forse per entrambi sarà troppo tardi ma io la ringrazierò lo stesso.

lunedì 19 gennaio 2009

Che stress!!!!!Ma quando comincerete,maggioranza e minoranza, a considerarci cittadini con annesso cervello?? (da un commento sul blog della Minoranz





Sicuramente mai, però una cosa e da riconoscere, la classe, lo stile, che anche nelle bugie si nota.

Da un lato una Minoranza che non sa cosa fare e che pesci prendere, che ogni tanto si sveglia e spara qualche sciocchezza, registrando il dissenso di chi l’ha votata (meglio sarebbe tacere) dall’altra, una Maggioranza che sa benissimo cosa fare, ANCHE SE A NOI NON PIACE, che registra consensi anche quando sbaglia, anche quando non fa il suo dovere, anche quando ci racconta un “sacco di fesserie” come nell'ultimo volantino.

Osserviamo inoltre una Maggioranza che si sta attrezzando già per le prossime consultazioni, sia per le provinciali, sia per le regionali, COMPATTA, con la certezza di mantenersi tale a prescindere dallo schieramento che sceglierà per far fronte alle prossime elezioni, dall’altra una Minoranza destinata a disgregarsi vittima inconsapevole del baratro dove è andata a cacciarsi, presuntuosa, sorda ai richiami di chi intende ricondurla alla ragione, convinta che il voto rappresenta una delega in bianco.

Immagino già quale sarà il quadro che caratterizzerà Lenola nei prossimi mesi, cogliamo l’aspetto comico e cerchiamo di riderci sopra, facciamo finta che sarà un proseguo, un appendice del Carnevale.

sabato 17 gennaio 2009

LA LIBRERIA REMAINDERS E' SALVA


Un anno fa, Armando Torno lanciava dalle colonne del Corriere della Sera il grido di allarme: SOS REMAINDERS.
A settembre, abbiamo lanciato una raccolta firme: in poco tempo oltre 9000 persone, da diversi paesi, hanno aderito a sostegno della libreria, lasciando messaggi di solidarietà, simpatia, testimonianze del loro rapporto con la remainders.
La notizia è stata ripresa da giornali e blog; su Facebook è stato aperto un gruppo e una seconda raccolta firme, cui hanno aderito oltre 3500 utenti del social network.
Grazie a tanto affetto, siamo riusciti a trovare un accordo con la proprietà che si è dimostrata disponibile ad accogliere parte delle nostre richieste, e possiamo annunciare che la libreria di San Silvestro continuerà ad esistere.

Ringraziamo tutti coloro che in questi mesi si sono interessati al nostro caso, che ci hanno sostenuto e che hanno firmato.
A tutti voi, insomma, il nostro grazie per aver salvato la remainders.

Firmato i lavoratori della della remainders


A noi non resta che ringraziare SWAN per averci segnalato il link di adesione attraverso i blog lenolesi e per averci permesso di sostenere questa iniziativa attraverso la rete.

Questo traguardo rappresenta un ulteriore conferma di quanto il popolo di internet, semplicemente con un clik, possa influire sulle scelte politiche ed economiche del paese write26

venerdì 16 gennaio 2009

PUBBLICO UNA DICHIARAZIONE DI BRUNO TINTI TRIBUNALE DELLA LIBERTA'


Quando facevo il pubblico ministero mi capitava di incriminare imprenditori e politici per corruzione, turbative d’asta, falsi e associazione a delinquere per commettere tutti questi reati. Lo schema era quello abituale: il politico chiedeva soldi per favorire l’imprenditore e fargli ottenere un appalto fregando gli altri imprenditori; oppure l’imprenditore offriva soldi al politico perché lui gli facesse ottenere un appalto etc. Sempre erano coinvolti anche i funzionari (del Comune, della Provincia, della Regione, di qualche ente pubblico) perché poi, alla fine, chi faceva materialmente le gare, chi falsificava i documenti, chi attestava cose false erano loro. Su istruzione del politico ma insomma anche per loro ci scappava una fettina.

Messe insieme un po’ di prove (in genere con intercettazioni prima e perquisizioni al momento giusto - le intercettazioni servono anche a questo: a farti capire quando è il momento giusto per perquisire) chiedevo al GIP di arrestare questi delinquenti. E per la verità non mi è mai capitato di sentirmi dire di no; per quanto mi sforzi, non ricordo una volta in cui il GIP mi abbia detto: non ci sono prove sufficienti.

In verità il problema, per arrestarli, non era mai che non ci fossero prove sufficienti; come ho detto ce ne erano, se no io non avrei chiesto di arrestarli. Il problema era (ed è) che, per arrestare un delinquente, non basta che sia sotterrato dalle prove: è necessario ma non sufficiente. Occorre che ci sia anche uno di questi tre requisiti (articolo 274 del codice di procedura penale), se più di uno meglio; ma almeno uno ci deve essere.

Lo puoi arrestare se sta per darsi alla fuga. Ma, attenzione: non è sufficiente dire che uno sotterrato dalle prove, con anni di galera davanti e una casa e vari conti alle Bahamas (o nelle Filippine o in Costarica, fate voi) è ovvio che non sta ad aspettare di essere buttato in galera. No, devi proprio provare che sta per scappare. Che non è una cosa semplice. Per dire: se lo trovi con il piede sulla scaletta dell’aereo che sta per decollare con destinazione Tegucigalpa (che, mi pare, è la capitale dell’Honduras) non puoi mica dire che sta scappando; lui ti dirà che sta andando in vacanza e tu che gli obbietti? Certo che, se lo trovi con i documenti falsi, allora si, puoi dire che sta scappando. Motivo per il quale i documenti falsi sono nella borsetta di una sua amica che parte con lui. Ma tu non lo sai…

Un altro motivo per arrestare un delinquente c’è quando lui inquina le prove. Se riesci a dimostrare che si sta dando da fare per nascondere o distruggere documenti oppure corrompere o spaventare testimoni, allora puoi sostenere che il suo posto è la galera perché, se lo lasci fuori, ti sabota l’indagine. Solo che ottenere dai GIP un provvedimento di cattura, soprattutto nei confronti dei politici (lo sappiamo tutti il casino che succede quando si apre un processo nei confronti di uno di questi) è talmente difficile che la richiesta del pubblico ministero deve essere blindata. Voglio dire che di prove a carico dell’imputato ne devi avere una quantità tale che distruggerle o nasconderle non è proprio più possibile. Insomma è colpevole con tanta evidenza che non c’è verso di inquinare niente.

Così in genere resta il terzo motivo: c’è il rischio che commetta altri reati. E questo non è difficilissimo da sostenere. Se un sindaco ha passato i suoi anni di primo cittadino a derubare i suoi amministrati, favorire i suoi amici e fregare i suoi nemici, riempire le tasche sue e del suo partito con i soldi che gli davano quelli che volevano entrare o restare nelle sue grazie; se ha fatto tutto questo; se magari lo ha fatto anche quando studiava da sindaco ed era solo assessore o consigliere comunale; beh allora, dire al GIP che bisogna metterlo in galera perché questo signore ha della funzione pubblica un concetto distorto e la usa per commettere reati è piuttosto semplice. E anche il GIP si convince con facilità. Lo stesso discorso vale per un amministratore delegato o un presidente di una società: se il suo modo di amministrare la società è sempre stato quello di corrompere i politici e i pubblici funzionari, fare bilanci falsi per creare tesoretti nascosti, fregare i soci di minoranza e non pagare le imposte; beh di nuovo è facile dire che se lo lasciano a piede libero, ragionevolmente continuerà a fare quello che ha sempre fatto.

Con questa motivazione ne ho fatti arrestare un sacco.

E qui scattava una specie di procedura standard.

Ricorso al Tribunale della Libertà: “Non ci sono prove che permettano di ritenere che il mio assistito abbia commesso i reati per i quali è indagato; quindi deve essere subito scarcerato”. Siccome le prove c’erano perché, come ho detto, i pubblici ministeri e i GIP non si divertono a mettere in galera gli innocenti, il nostro delinquente restava dentro.

Allora seconda fase: “Il mio assistito, sindaco della città di …, assessore al patrimonio (o all’edilizia o ai lavori pubblici o alla sanità, fate voi, queste sono le categorie che ho frequentato di più nei miei processi), pur protestando la propria innocenza, vuole rassicurare codesta autorità giudiziaria. Presenta con effetto immediato le proprie dimissioni dalla carica ricoperta e, in tal modo, viene escluso il pericolo che egli possa mai commettere (come mai ha commesso) reati ulteriori; infatti, privo di cariche e connessi poteri mai più potrà chiedere o accettare tangenti, concedere appalti non dovuti etc. etc.”

E a questo punto c’è poco da dire: la legge ti impone di scarcerarlo perché non sussiste nessuna delle tre situazioni previste dall’articolo 274. E infatti i miei imputati in genere venivano scarcerati. Poi, alla fine (quelli che non ce la facevano ad arrivare alla prescrizione) venivano condannati a qualche anno di galera. Ma, intanto, erano fuori.

Qualcuno faceva il furbo. Dava le dimissioni, si faceva scarcerare e poi le ritirava. E io chiedevo al GIP di rimetterlo dentro.

Qui la cosa si faceva complicata perché non tutti i GIP se la sentivano di emettere un nuovo provvedimento di cattura; e, d’altra parte, neanche tutti i pubblici ministeri se la sentivano di partire con una nuova richiesta di cattura. In effetti era del tutto prevedibile che, in questi casi, sarebbe subito partita un’organizzata e collaudata offensiva, tanto più roboante se il delinquente riarrestato era un politico: “ecco l’accanimento giudiziario nei confronti di un onesto pubblico amministratore che patisce sulla sua pelle l’arroganza del pubblico ministero, la supina acquiescenza del GIP appiattito sulle richieste della procura, i giudici politicizzati ( e schizofrenici, ce l’hanno con i politici di destra e con quelli di sinistra, magari nello stesso processo); ecco perché ci vuole la separazione delle carriere”; e insomma tutto il consueto armamentario di …. sciocchezze.

Non uno che si fermasse a pensare (e a dire) che questo signore ci aveva fregato: aveva detto che non avrebbe più fatto il sindaco, l’assessore, l’amministratore, il presidente; ma poi … Non uno che dicesse: è proprio questo suo modo di fare che dimostra come si tratti di un delinquente furbo e pericoloso che dunque deve stare in galera.

Sicché la manovra spesso funziona: spregiudicata, furba, non proprio eticamente commendevole; ma funziona, cari miei, e dunque ….

Qui va inserito un inciso. Io ho approfittato dei fatti di Pescara per proporvi una riflessione. Lo so che il sindaco di Pescara è stato più furbo del solito: ha ritirato le dimissioni ma si è dato malato e ha passato le deleghe al vice sindaco. Resta il primo cittadino della città, resta un esemplare di spicco del partito, resta tutto quello che era prima. Un po’ malato, ma sempre il primo politico della zona è. Però, formalmente ….

Ma a voi non sembra che sia un po’ come il giochino delle tre carte?

Tornando alle riflessioni di ordine generale; quali rimedi possibili?

Ne vedo due.
Il primo: determinazione e fermezza dei magistrati: se i delinquenti dovevano stare in prigione prima (e dovevano, tanto che c’erano finiti) allora debbono tornare in prigione dopo, quando la situazione che avevano promesso di modificare è invece ritornata quella che era al momento dell’arresto. Insomma, non mollare: le guerre le vince chi dura 5 minuti più del suo nemico.

Il secondo: un sussulto etico della politica. Ma che senso ha che gente incriminata per reati che insozzano l’immagine del partito cui appartengono (e che inoltre cagionano rilevanti danni ai cittadini che da questa gente vengono amministrati) goda della solidarietà, dell’appoggio concreto, spesso della complicità della fazione politica a cui appartengono? Ma nessuno si rende conto che continuare a tollerare, macché, a sostenere, a favorire, gente che mangia cannoli per festeggiare le condanne significa presentare ai cittadini un’immagine di sé, del partito a cui si appartiene, dell’intera classe politica, spregiudicata, immorale, abbietta e criminale?

E soprattutto nessuno si rende conto che, in questo modo, si spingono i cittadini ad adottare lo stesso modello di illegalità e immoralità che i cosiddetti loro rappresentanti praticano con tanta disinvoltura e, bisogna pur dirlo, con tanto profitto?

Bruno Tinti

mercoledì 14 gennaio 2009

PRENDIAMO ATTO CHE NOI ABBIAMO PAURA




PRENDIAMO ATTO CHE NOI ABBIAMO PAURA

E’ il Consigliere Comunale Giancarlo Di Fonzo a comunicarcelo attraverso il Blog del sito della Minoranza, HA RAGIONE, abbiamo sempre disertato tutte le assemblee informative da loro indette, non abbiamo mai partecipato alle riunioni di piazza da loro promosse, non aderiamo agli scioperi alle proteste di piazza che con affanno promuovono, sistematicamente decliniamo tutti gli inviti che riceviamo per partecipare alle loro riunioni settimanali, non abbiamo mai siglato le numerosissime raccolte di firme da loro poste in atto per trasferire nelle sedi competenti le irregolarità da loro segnalate, non abbiamo mai espresso formalmente il nostro dissenso rispetto questa politica miope e rozza che la Maggioranza Consiliare pratica da circa sei anni.
Continuiamo a guardare il dito mentre lui indica la luna, praticamente, come recita l’aforisma, definiamoci stolti

lunedì 12 gennaio 2009

Moschitti su "Vanity" e in mostra a Veroli


Lo splendido, emozionante reportage "el-Ruweisat" realizzato da Mauro Moschitti durante un viaggio in Egitto e pubblicato interamente su fotocommunity

http://www.fotocommunity.it/pc/pc/cat/15216

sta ottenendo i meritatissimi riconoscimenti. Proprio dopo essere stato visionato su fc è stato pubblicato dalla rivista mensile "Vanity", distribuita nel Lazio meridionale in 10.000 copie, e sarà esposto dal 17 al 24 gennaio nell'ambito del progetto "Art cafè" presso "La saletta degli artisti" in via Campano, 8 a Veroli (Frosinone), con la presentazione di Giuseppe Varone.
La mostra sarà inaugurata sabato 17 gennaio alle ore 11,30.

Complimenti, Mauro!

domenica 11 gennaio 2009

Il post pubblicato oggi 11 Gennaio sul Blog del gruppo di Minoranza Consiliare È INDECENTE

delirante quanto demenziale, espressione di scarsa lucidità, la prova provata di un gruppo consiliare inefficiente, incapace e inadeguato che non sa che “pesci pigliare”.

A tutti può capitare di “scivolare” ma mai così in basso. (accreditare al MPG il mancato funzionamento dei termosifoni della scuola è patetico, non merita risposte)

Nello stesso “pentolone” vorrebbero cucinare il ridimensionamento dei comprensori didattici, l’incoerenza del nostro assessore alla provincia, la scarsa trasparenza degli appalti pubblici , l’incapacità dell’ MPG di gestire la festa di capodanno, un “minestrone” che non permette di entrare nel merito delle questioni, quasi uno sfogo, speriamo che sia l’ultimo.

Una singolare interpretazione del ruolo istituzionale al quale dovrebbero rispondere all’interno del Consiglio Comunale, un modo come un altro per galleggiare.

Non sta a noi dire loro che ci sono organi preposti per verificare la veridicità e la legalità di quanto da tempo dichiarano sul loro Blog, dalle ritorsioni agli abusi edilizi, dalle…. chiamiamole dimenticanze ai favoritismi, dimenticanze a beneficio di altri comuni, magari con il “nobile” intento di avere come riscontro la collocazione di un parente o un figlio alla provincia o per aprire un agriturismo……….si sa in Italia “tutti abbiamo famiglia”………..che pena………..

giovedì 8 gennaio 2009

Come potete tacere? Che aspettate?


Sento il bisogno di unire la mia debole voce a quella di coloro che in Italia e altrove hanno espresso in queste ore la loro condanna della guerra d’aggressione condotta da Israele nella tormentata striscia di Gaza.
Sono convinto che non è con quella violenza iniqua che Israele può tutelare il suo domani. Anzi credo, temo che con questa aggressione infausta essa seminerà nuovo alimento per gli estremisti disperati di Hamas.

E infine io sono allarmato per questo ritorno dell’urto armato di massa nei rapporti tra popoli e nazioni. E ritengo improvvida e cieca l’inerzia con cui tanti, troppi, oggi assistono a questo ritorno delle fiamme crudeli della guerra che già hanno marcato il mio tempo.
Se vado a rileggere le pagine di un testo essenziale nella nostra vita democratica - alludo alla Costituzione - ricordo che quel testo ha parole che condannano la guerra d’aggressione. Perché oggi quel ripudio è dimenticato? E tremo dinanzi al riemergere delle morti infinite, delle città arse, dei massacri di massa.
E tutto ciò lo vedo come un domani terribile anche per Israele, per la sua storia di esilii di lacrime, di esclusioni.
Per tutto questo non capisco l’inerzia di chi oggi ci comanda anche in questa Europa, e in questa mia terra già così amaramente segnata da stragi; e illusa tragicamente - tante, troppe volte - dalla potenza delle armi. E amaramente anelo a un’altra strada. E chiedo ansiosamente a chi governa la mia terra, la mia patria: come potete tacere? che aspettate?
Pietro Ingrao

mercoledì 7 gennaio 2009

L’ACQUA SPEGNE IL FUOCO……NON SEMPRE!!!




Ricevo da PPP ringrazio e pubblico

La pioggia che continua a cadere, ormai da tempo su Lenola ha spento gli ultimi ardori di una infuocata Campagna elettorale. Siamo entrati nel 2009 ed ancora tutto tace.

In questi lunghi mesi di amministrazione De Filippis, l’ultima “dell’era Gianni” squilli di trombe ed accorati appelli hanno di tanto in tanto rotto il “dormiveglia” politico e culturale della “rava”.

Pablo Neruda (e non Mastella!!) declamava:

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Quanto ad abitudine noi lenolesi ne dobbiamo essere veramente fieri:

da troppo abbiamo gli stessi amministratori in maggioranza o in minoranza; da sempre abbiamo il problema di Via Lago; da molto litighiamo e ci chiediamo che fine farà il miracolle, mentre lui muore inesorabilmente colpito dal tempo; guardiamo meravigliati le piante del Parco Mondragon che muoiono insieme alla vivibilità dello stesso; passeggiamo l’estate sul colle, senza preoccuparci del fatto che tra noi non comunichiamo più, se non grazie all’ormai vetusto e straziante calcetto estivo; passiamo sotto le finestre della biblioteca, scongiurando il giorno che dovremo per qualche motivo entrare e morire dal freddo non manifestando neppure solidarietà per chi ci lavora, guardiamo le serrande abbassate del Cinema Lilla, posto freddo e sporco, che occasionalmente vengono aperte grazie allo sforzo di qualche caritatevole associazione; assistiamo al lavoro delle maestre delle scuole per emancipare e rendere attivi bambini sempre più risucchiati dal vortice delle consolle e dei computer, pensate…………a Lenola “la città dell’olio” il frantoio è chiuso viene usato come magazzini per i carri di carnevale. FAREMO UN GRAN CARNEVALE

Tutto mentre il mondo va avanti, le cose ci sfuggono dalle mani senza che noi possiamo rendercene conto! Delibere Consiliari che affermano tutto ed il contrario di tutto:

Il nostro rappresentante alla Provincia che nelle sedute dei Consigli Provinciali vota a favore della soppressione della dirigenza scolastica del Circolo di Lenola e poi in Consiglio Comunale vota contro la stessa delibera Provinciale.

Lettere che si perdono!

Case che crescono come funghi, si dice che terreni agricoli comprati a quattro euro miracolosamente si trasformano in lotti di terreno edificabile in barba al Piano Regolatore, saturo!

Migliaia di Euro che a fiumi arrivano a Lenola, sulla carta, altri che si perdono per strada, per fantastici ed avveniristici impianti sportivi.

Pensate che Lenola è una fucina di campioni…. e che ci interessa se i nostri ragazzi non sanno parlare l’italiano, non sanno quanto duri in carica il Presidente della Repubblica!!?! Ma cosa ci interessa della Cultura? Cosa ci interessa dello Sviluppo? Dell’occupazione? Della Formazione? Dell’’Istruzione, Dell’Educazione Civica? Tanto c’è sempre il Mc Donald che darà lavoro ai nostri ragazzi! Speriamo che ne aprono uno anche sul Colle così, nelle sagre estive, sostituiremo le Salcicce e le Bruschette con Hot Dog e Hamburger questo si che rappresenterebbe un richiamo al turismo.

Ma a noi cosa ci interessa? A Roma ci sono i Call Center o le Ditte di Pulizia che impiegheranno i nostri giovani nel precariato, si dovranno alzare la mattina alle 4 e prendere il treno per andare a Roma, difficilmente riusciranno a crearsi un futuro a mettere su famiglia ma che importa, non sono queste le cose che nobilitano la vita..

Tutto ciò andrebbe chiesto e discusso con coloro che ci governano…..avranno un progetto di sviluppo per Lenola!?!?! Non li avranno mica spesi tutti in campagna elettorale,?
Vorremmo discuterne insieme con i genitori degli alunni, che si vedranno tolta l’indipendenza scolastica dopo le elezioni provinciali.

Vorremmo discuterne con le Associazione che sudano sul campo senza avere un centesimo, a discapito dei milioni giunto per il campo sportivo. LENOLA CHE NE PENSI????


P.P.P.