lunedì 8 dicembre 2008

La Città dei Bambini




Correggio (Reggio Emilia). Normalmente sono gli architetti che fanno le case. Qui invece c’è una casa che ha fatto un architetto. Dovremmo dire, farà, perché Ilaria va ancora alla seconda liceo scientifico, ma, a giudicare dalla determinazione che le brilla negli occhi, possiamo già dare la notizia per certa. “Da quando abito qui ho capito che l’architettura può cambiare la vita della gente. In meglio, voglio dire”. E poi, a dirla tutta, Ilaria è già architetto. Questa luminosa casa con gemme rilucenti incastonate sulla facciata, celeste di fuori me rosa-verde dentro, dove nessuna porta ha lo stesso colore dell’altra, l’ha progettata lei. Quando aveva più o meno cinque anni.

Andava alla scuola materna, una delle dodici di Correggio, nobile cittadina della pianura di Reggio Emilia baciata dalle muse per secoli, dall’eponimo pittore rinascimentale al rocker Ligabue. Alla materna un giorno le fecero giocare un bel gioco: immaginare la casa dei sogni. Era il 1995. La diligente Ilaria e 700 coetanei la descrissero, la disegnarono.

Obbedienti alle maestre, perché a scuola si fa così, ma senza farsi illusioni: “Dicevano: “Poi le costruiremo davvero”, ma io mica mi fidavo tanto degli adulti”. Non fateli così ingenui, i bambini. Sopratutto se frequentano gli asili del Reggiano, notoriamente i più belli del mondo. Ilaria aveva le sue ragioni per non aspettarsi nulla. L’Emilia partecipativa e didattica ama i grandi progetti intelligenti, ama i laboratori creativi e originali, ma di solito tutto questo amore finisce con una mostra, un convegno, un bel libro e un discorso dell’assessore.

Invece no, per una volta no. Sono passati tredici anni, è vero, e sono tanti. Ma le case di Ilaria e dei suoi settecento compagni di scuola sono uscite dai fogli a quadretti. Sono diventate cemento e mattoni. La gente ci abita. Sono case vere, ci puoi entrare, farci la pastasciutta, spimacciare i cuscini, guardare la tivù, perfino lasciarci entrare un giornalista curioso e spiegargli che “se una casa la immagina un bambino, va bene anche per un adulto”.

Ed è così, lo dicono i fatti. Alle Coriandoline, borgo residenziale di dieci villette e dieci appartamenti in condominio tra paese e campagna, abitano venti famiglie, cioè ottanta persone, di cui solo sedici bambini. Ci sono anche coppie senza figli che hanno scelto di comprar casa in questo quartiere che sembra una nursery grande come un paesino, e macchia la pianura Padana di colori sgargianti anche quando c’è nebbia. In fondo, è un quartiere residenziale come un altro, solo che “nessuno ha una casa uguale alla mia”, dice con orgoglio non trattenuto la signora Pina Bartolotta, che abita nella Casa Col Tetto Sugli Alberi, per la felicità della figlia Silvia che aveva quattro anni nel ‘98, quando i bambini delle materne occuparono la piazza con decine di casette di cartone dipinte da loro.

Certo, c’è voluto qualcuno che ci credesse. A Correggio c’era e c’è una cooperativa di abitazione, Andria, che costruiva decenti villette a schiera come tutte le decenti villette a schiera del mondo. C’era e c’è un architetto, Luciano Pantaleoni, che voleva qualcosa di meglio. C’era e c’è una pedagogista, Laura Malavasi, a cui nacque Francesco proprio durante il primo laboratorio, e convinse se stessa e gli altri che il gioco poteva diventare sogno, e il sogno mattone.

Da dove cominciare? Da concretissima fantasia. Dalle specifiche progettuali dettate dai bambini. Chiaere come più chiare non si può. Come vorresti la tua casa? “Dura fuori, che se arriva un cattivo si fa male”, “Morbida dentro e calda, “Trasparente per vedere se c’è il sole fuori, “Con un posto segreto”, “Con gli scivoli al posto delle scale”, “Non trafficosa”.

Facile, no? Disegna, progetta, ma se non c’era il tocco di genio di un vecchio bambino di nome Emanuele Luzzati forse non s’arrivava alla fine. Ci pensò lui, il pittore scenografo genovese, a tradurre i desidere in colori e forme, fu lui a dare le pennellate finali sul plastico che adesso troneggia sempre nella sala riunioni ed è di per sé un’opera d’arte. Peccato che Luzzati non sia riuscito a vederla finita, nel 2007, quando il cantiere smobilitò ed i primi inquilini aprirono ancora increduli le porte delle loro casette fatate.

Ed eccole qui, come dovevano essere. Lo scivolo c’è davvero, nella tromba delle scale del condominio azzurro: puoi scendere quattro piani tutti col fondo dei pantaloni, però se si stanco sali con l’ascensore che ha lo specchio come tutti gli ascensori, solo che è deformante e ti fa grasso o magro secondo dove ti sei messo. C’è un serpente di porfido che mangia le automobili all’ingresso del borgo e non le lascia passare dove si fanno i giochi. Ci sono i lampioni con le ali, c’è un periscopio-orecchio in mezzo al giardino che ti aiuta a sentire quel che dice la mamma dal balcone, e ci sono le case, una diversa dall’altra, le finestre senza scuri o tapparelle, ognuna con un atelier luminoso, “la stanza che manca sempre nelle case progettate da adulti prigioniere dalla loro adultità”, e ciascuna casa ha il suo nome ed il suo carattere.

Sulla casa di Francesca c’è la macchina acchiappa-cattivi, trappola per mostri: “E funziona! Vivere qui aiuta a toglierti i brutti pensieri. Certo, è un condominio come un altro, però si litiga un pò meno, ed io conosco i nomi di tutti”. Sua figlia Sara è la prima nata alle Coriandoline: “Penserà che tutte le case del mondo sono fatte così..”. Non potrebbe essere? L’architetto Pantaleoni giura che costruire case creative non costa poi tanto di più di quelle ripetitive ed anonime, ed in effetti queste sono state vendute a prezzi normali di mercato, tra i 160 ed i 280mila euro. L’utopia dell’urbanistica bambina avrà un futuro? “Adesso vediamo come va, abbiamo lanciato il sasso nello stagno”.

Non tutto è andato secondo i progetti, qualcuno ha montato verandine non previste, ha chiuso balconi, ha cambiato infissi, ed alla fine quasi tutti hanno scelto di recintare il proprio giardino invece di lasciare sfumato il confine tra comune e privato, com’era nei piani dei piccoli. Perché la macchina acchiappa-cattivi potrebbe anche non funzionare, ed un mondo ideale puoi sognarlo, ma è molto più difficile da costruire delle Coriandoline.

Miche Smargiassi

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12 commenti:

clandestino ha detto...

...sono senza parole!

Swan ha detto...

Bellissimo il progetto...
Quello che dice Clandestino,nel suo commento,è verissimo.
Io ricordo che da bambino ci si dava appuntamento fuori al bar e si andava a scuola a piedi. Era bello, soprattutto il ritorno.
Tutti insieme per via lago,felici di aver concluso un'altra giornata "lavorativa". Si giocava con le figurine:il famoso ce l'ho,ce l'ho,mi manca.
La figurina che valeva di più,porca troia,era lo scudetto della Juve. La mia formazione della Roma all'epoca valeva poco!
Ma oggi...
Quello che io mi chiedo è: per quale ragione,io genitore,pur vivendo a 50 mt dalla scuola, devo accompagnare io figlio in macchina?
Di cosa ho paura?
Viviamo in paese molto tranquillo,dove tutti ci conosciamo e allora perchè non fidarmi a mandare il bimbo a piedi?
Perchè non gli si da la possibilità di socializzare con altri bambini durante il tragitto?
Io vorrei spingere sui genitori,perchè con gli amministratori non c'è proprio nulla da fare.
Però un suggerimento anche a loro si potrebbe dare: il prossimo parcheggio,io lo farei alla curva di Di Cesare perchè a volte mi devo fermare a pisciare e non trovo spazio, fatelo disegnare ad un bambino.

chilosa81 ha detto...

cosa si fa disegnare a un bambino tu che pisci o il parcheggio? ragazzi a volte mi sconvolgete con le vs affermazioni

write26 ha detto...

Chilosa81 mica ti scandalizzerai per così poco, Swan con spiccato senso della cultura, ha fatto un riferimento al grande Giorgio Gaber, non conosco la tua età ma negli anni di piombo, esattamente nel 1980 Gaber, scrisse il testo più forte e più censurato della sua carriera artistica “ Io se fossi Dio” accusò con forza i brigatisti, i giornalisti, i politici, la chiesa e con riferimento ai radicali disse:

Compagno Radicale, la parola compagno non so chi te l’ha data ma in fondo ti sta bene, tanto ormai è squalificata.

Compagno Radicale cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino, ti muovi proprio bene in questo gran casino, e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio e dall’altra si riempiono le galere di gente che non c’entra un cazzo.

Compagno Radicale, tu ti occupi pure di diritti civili e di idiozia che fa democrazia, e preparaci pure un altro referendum, questa volta per sapere, dov’è che i cani devono pisciare”

Ecco, vedi caro mio, quando le parolacce sono usate bene e questo è il caso di Swan fanno cultura.

Un abbraccio write26

chilosa81 ha detto...

ho solo 27 anni caro write26.... nessuna si scandalizza anzi... però io non l'avrei mai usata ..... ma non si potrebbe anche dare la parola ai bambini di come volessero la loro città?

write26 ha detto...

La parola ai bambini, ma sei matto!!!!!
è quello che Clandestino sostiene da anni e per questo motivo ha rischiato la scomunica.

P.s. Chilosa81 pensavo che avevi qualche anno in più.

chilosa81 ha detto...

matto? oddio che ho detto? posso accedere anche io alla scomunica? xchè non si può? chi lo vieta?

write26 ha detto...

I sordi, lo vietano i sordi caro Chilosa81

chilosa81 ha detto...

possiamo anche fare una "cosa privata" senza coinvolgere i sordi? e poi magari presentare ai sordi il progetto fatto da loro? non si può ?

Swan ha detto...

Chilosa81 penso siamo tutti grandi e vaccinati. La mia era una provocazione,pur se un pò colorata.

chilosa81 ha detto...

si ma io non l'avrei usata.... visto che parliamo di un progetto per bambini...

minny ha detto...

Ho letto il commento di clandestino sull'altro post.
Uno sfogo in pompamagna...quì veramente bisogna riflettere sul da farsi.Possibile che le cose belle succedono sempre negli altri paesi??Ai nostri amministratori non manca la pratica nella gestione,manca bensì la cultura nella pratica della gestione.Pensano che mettendo un pò di cemento qua e la basti a renderci felici.Cosa diavolo ci facciamo con tutti questi parcheggi se Lenola sta diventando il "paese degli anziani"??
Quando vogliamo cominciare la raccolta fondi??Io sono sempre disponibile a cucire bambole di pezza...siamo nel paese dei bab-balocchi o no!?