
Tra tutti i supporter di Silvio Berlusconi quello che non delude mai è Renato "Betulla" Farina. L'ex (?) fonte a pagamento dei servizi segreti militari in questi giorni sta dando il meglio di sé per convince i suoi lettori (de "Il Giornale) ed elettori (del Pdl) che la visita del premier in Libia, per celebrazioni del colpo di Stato del dittatore Muammar Gheddafi, è una buona cosa.
La vicenda è nota. La scorsa settimana il colonnello Gheddafi ha accolto come un eroe Abdelbaset al-Megrahi, lo 007 libico condannato in Scozia per la strage di Lockerbie. Le immagini delle manifestazioni di giubilo riservate in patria a un terrorista responsabile di 270 morti hanno suscitato imbarazzo in tutto il mondo. In Gran Bretagna, dove pure si discute di un possibile accordo commerciale segreto che starebbe dietro la decisione scozzese di liberare per motivi di salute al-Megrahi, il premier Gordon Brown si è detto «infuriato e disgustato» per l'accoglienza ricevuta dalla spia e il principe Andrea ha annullato una visita ufficiale a Tripoli. Negli Stati Uniti verrà impedito a Gheddafi di impiantare la propria tenda a Central Park. In Italia l'opposizione è insorta e anche nel centro-destra vi sono parecchi mal di pancia.
Per giustificare il viaggio di Berlusconi, la Farnesina e il governo ricorrono così alla realpolitik: spiegano che il petrolio e il gas sono importanti; che la Libia è essenziale per arginare le ondate di migranti; che l'elenco delle attività economiche libiche in Italia e di quelle italiane in Libia è particolarmente corposo.
Fin qui tutto normale. Ciascuno di questi argomenti può essere condiviso o respinto a seconda dei punti di vista. Certo, si potrebbe ricordare che proprio Berlusconi il 5 dicembre del 2003, in un'intervista al New York Times, aveva teorizzato l'uso della della forza per convincere i dittatori a venire a più miti consigli. E ci si potrebbe persino rallegrare del fatto che oggi abbia abbandonato l'idea di fare la guerra per «esportare la democrazia», anche se tra un premier guerrafondaio e un premier zerbino esiste senz'altro una via di mezzo.
Meno normali sono invece gli argomenti messi sul tavolo da Farina. Betulla, a chi protesta dicendo che non si fanno accordi con i paesi che non rispettano i diritti umani, risponde per iscritto sostenendo che in fondo «nella partita dell'orrore» Italia e Libia sono alla pari. Infatti: «La Libia considera l’aborto un crimine e non lo legalizza. L’Italia invece lo consente. Autorizza una strage, nega i diritti umani di un bambino nascituro».
Poi, a voce, aggiunge al suo ragionamento un carico da 90. Anzi un'inquietante rivelazione. Quando su Skynews gli chiedono se sarebbe egualmente favorevole ai buoni rapporti con Gheddafi se i libici oltre ad aver ammazzato quasi 300 persone in Scozia, avessero fatto altrettanto in Italia, lui spiega che la questione non si pone visto che per Lockerbie, Gheddafi è senz'altro innocente. Dice Farina: «In molte cancellerie occidentali si sa che quella strage è di responsabilità dell'Iran». Il fatto che al-Megrahi sia stato condannato per lui non conta. E non conta nemmeno che la Libia abbia risarcito con centinaia di milioni di dollari le famiglie delle vittime, ammettendo così di fatto la propria responsabilità. Risponde Farina: «Tripoli era sotto ricatto (cioè temeva rappresaglie ndr)».
Ovviamente Betulla, da vero venditore di cammelli, non cita nemmeno un dato o un elemento di fatto che possa corroborare le sue tesi. E così la sua uscita lascia spalancata la porta a un interrogativo, questo sì, decisamente inquietante: ma se nel Sismi c'era qualcuno (il vecchio vertice scelto da Berlusconi) disposto a pagare le informazioni ricevute da una fonte del genere, siamo davvero sicuri che i gli 007 nostrani siano ancora in grado di garantire la sicurezza del Paese?
(Vignetta di Bandanas)
4 commenti:
Quindi per Renato Farina ex informatore a pagamento del SISMI, oggi opinionista del Giornale di Berlusconi, USA, Canada, Belgio, Croazia, Slovenia ,Danimarca, Grecia, Ungheria, Olanda, Francia, Germania, Svezia, Norvegia, Svizzera, Italia consentendo l’aborto nel periodo che oscilla tra i primi 60/90 giorni di gravidanza su richiesta della madre, rispondendo a principi di laicità e non a dogmi religiosi, per quanto riguarda gli orrori commessi dai “regimi” e il mancato rispetto dei diritti umani sono pari alla Libia, che dal canto suo, vanta di non consentire l’interruzione di gravidanza neppure nei casi di: stupro, salute fisica della madre, salute mentale della madre, anomalie del feto.
Come non inchinarsi a questo fenomeno?
Come non dare credito alle sue preziose (intendo super pagate) informazioni, “Berlusconi non poteva scegliere una persona più qualificata” chi altri potrebbe essere senza pudore al punto di affermare che la strage avvenuta a Lockerbie in Scozia (300 morti) sia opera dell’IRAN e non dei libici, nonostante Gheddafi stesso abbia ammesso le sue responsabilità politiche, nonostante lo stato libico abbia risarcito i familiari delle vittime?
Questo signore sarebbe colui che per anni, voluto da Berlusconi, ha fornito informazioni ai nostri servizi segreti italiani.
Ma a noi va bene così, viviamo d’illusioni, è molto più divertente credere alle favole che prendere atto della nostra imbecillità.
Write26
Agende "già impegnate" o, più decisamente, "non è mai stato in discussione". Tre defezioni eccellenti alle celebrazioni per il quarantennale della Rivoluzione di Muhammar Gheddafi, che sarà festeggiato martedì 1 settembre in Libia
Il presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente russo Dimitri Medvedev e il primo ministro di Mosca, Vladimir Putin, non andranno a Tripoli. Lo riferiscono fonti delle rispettive presidenze.
Anche Londra aveva già fatto sapere che da parte del principe Andrea, secondogenito della Regina Elisabetta, "non ci sono piani" per una visita nel paese nordafricano. E Gli Stati Uniti non hanno nascosto perplessità in merito alla partecipazione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Che mantiene l'appuntamento con Gheddafi e resta al centro delle polemiche per aver avallato la decisione di concedere le Frecce Tricolori.
Medvedev e Putin, riferiscono fonti della presidenze e del governo di Mosca, non hanno in programma di partecipare. Una fonte del Cremlino ha precisato che in quella data Medvedev, pur avendo ricevuto un invito, "non andrà in Libia" perché la sua agenda era già impegnata. Quanto a Putin, il suo portavoce Dmitri Peskov ha ricordato che "il primo settembre prossimo il premier sarà a Danzica per una visita già concordata precedentemente".
Quanto a Sarkozy, l'Eliseo ha smentito che possa recarsi martedì a Tripoli. "Non è mai stato in discussione", hanno fatto sapere i collaboratori del presidente francese, aggiungendo che non è nemmeno prevista alcuna delegazione in partenza per Tripoli in occasione della festività. Parteciperà all'evento, in rappresentanza di Parigi, soltanto Francois Gouyette, l'ambasciatore di Francia a Tripoli.
Fonte: Repubblica.it
P.s. Chissà se oltre La Russa e le Frecce Tricolore porterà con lui anche Apicella e quattro zoccole per rallegrare il Colonnello, amazzoni presidenziali libiche permettendo.
Non capisco perchè Berlusconi abbia tutto questo "attacamento" con Gheddafi.Cosa avranno in comune se non il fatto di trattare le donne come soprammobili?? Credo che il nostro premier abbia un piano ben preciso ed ha bisogno di un alleato oltremare,primo perchè non gli mandi più rifugiati e secondo perchè quando finalmente gli Italiani capiranno,farà come il suo ex-padrone Craxi...fuggirà in Libia e lì finirà i suoi giorni sereno,piangendo sul suo stato di "perseguitato" dal comunismo.Mi vergogno di essere italiana...
Caro Swan figurati se ho voglia di perdere tempo con un visionario che pone questioni a noi scrivendo sul Blog della Maggioranza.
un abbraccio write26
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