mercoledì 15 luglio 2009

Veltroni su Craxi: «Innovò più di Berlinguer»






Svolta dell’ex leader pd: solo lui capì davvero la società, insufficienti gli sforzi di Enrico


ROMA — Craxi? «Interpretò meglio di ogni altro uomo politico come la società italiana stava cambiando». La sua politica estera? «Fu grande. Ci fu l’episodio di Sigonella ma anche la scelta di tenere l’Italia nella sfera occidentale, senza intaccare autonomia e dignità del Paese». Parole di Walter Veltroni (dirigente per trent’anni di Pci, Pds, Ds, ex segretario PD) davanti a Stefania Craxi, la figlia del leader socialista che fu capo del governo dall’83 all’87. Occasione, il libro di Stefano Rolando, Una voce poco fa. Politica, comunicazione e media nella vicenda del Psi dal 1976 al 1994.

Veltroni, asciutto e disteso, in attesa dell’uscita a fine agosto del suo nuovo romanzo, effettua, nella Sala della Mercede della Camera, un altro strappo con il suo passato. Ricorda che Craxi aveva di fronte due grandi partiti, uno sem¬pre al governo la Dc e uno sempre all’opposizione il Pci in un sistema che stava bene a entrambi: massi¬mo di stabilità e massimo del debito pubblico: «Craxi decise che bisognava cambiare gioco, porre la sinistra di fronte al problema di una nuova leadership ». Il Pci, intanto, si trascinava quella grande macchia, il 1956, l’invasione dell’Ungheria: «Ho riletto i verbali delle riunioni del partito, fanno accapponare la pelle». Craxi nel ritratto tutte luci e niente ombre che ne fa Veltroni, disegna un partito diverso, rispetto ai modelli del Novecento, Pci e Forza Italia, «un partito fluido, moderno, capace di raccogliere anche ciò che non è omogeneo a sé, ma che si unisce attorno a determinate idee». E sembra che rievochi il suo Pd.

Craxi innovava ma, negli stessi anni, anche Berlinguer trasformava il Pci. Con uno sforzo, dice Veltroni, già giovane collaboratore di Berlinguer, «non sufficiente al processo che bisognava mettere in campo. Il Pci soffriva l’innovazione come tale». Eppure Berlinguer non era certo un conservatore: «Sono tra quelli — dice Veltroni — che pensano che l’Unione sovietica abbia fatto di tutto, ma proprio di tutto, per togliere di mezzo Berlinguer...».

La platea è piena di socialisti di un tempo. Antonio Ghirelli, già portavoce di Pertini. Gennaro Acquaviva, che fu trait d’union fra socialisti e cattolici. Luigi Covatta, sottosegretario di Craxi. Enrico Mentana, prima tessera Psi nel 1974, a 19 anni.
Ma spuntano anche l’ex ministro Francesco De Lorenzo, come Craxi coinvolto in Tangentopoli e Gustavo Selva. Nella ricostruzione di Veltroni un’ombra, per la verità, c’è e riguarda l’ultima fase del craxismo:

«Referendum 1991, sulla rifor¬ma elettorale: Craxi anziché dire 'andate al mare', avrebbe dovuto usare quella leva per promuovere il bipolarismo. E la riforma sarebbe potuta avvenire solo con una leadership riformista e non con una post-comunista». Era Craxi, insomma, il capo naturale a sinistra.

Nella memoria di Veltroni c’è anche spazio per un ricordo che lo accomuna al leader socialista.

«Nel ’96 io dissi: 'Un giorno o l’altro si dovrà arrivare a un’Internazionale né comunista né socialista, ma democratica. Nel mio campo, un’affermazione difficile da fare. Ma era lo stesso concetto che esprimeva Craxi. Oggi è naturale per tutti pensare che Obama e il partito indiano del Congresso stiano assieme nel medesimo organismo mondiale».

Stefania Craxi dice che è «felice di sentire Walter parlare così». Ma non è indulgente come Walter. Afferma che il Psi di Craxi cadde anche per mano dei grandi giornali di proprietà dei «poteri forti», Fiat e De Benedetti, in disaccordo con Confindustria sul decreto che tagliava la scala mobile: «Quei grandi giornali si portarono dietro altri giornali, come l’Unità , diretta all’epoca da Veltroni, qui presente...» .

Dal Corriere della Sera Andrea Garibaldi 15 luglio 2009

18 commenti:

write26 ha detto...

Nel 1965, dopo l'impetuosa crescita economica degli anni precedenti, il debito pubblico ammontava al 35,02% del Pil (Prodotto interno lordo).

Da allora cominciò crescere, sia pure gradualmente, sino a toccare il 57,59% quindici anni dopo. Nel 1980, quindi, l'Italia aveva un debito pubblico inferiore al 60% del Pil e compatibile con i parametri che sarebbero stati fissati dal trattato di Maastricht.
nel 1992 per l'unificazione monetaria dei Paesi membri dell'Unione.

Ecco lo sviluppo della crescita negli anni seguenti.
Nel 1983 (in quell'anno vi furono due governi: il primo «elettorale» di Amintore Fanfani, il secondo di Bettino Craxi), il debito raggiunse il 69,93%. Nel 1984 (governo Craxi): 74,40%. Nel 1985 (governo Craxi): 80,50%.


Walter vai affanculo, il debito pubblico è cominciato a crescere proprio con Bettino.

Un saluto write26

Swan ha detto...

Non c'era bisogno di questa uscita del cazzo di Veltrusconi per capire che il PD è sempre più nelle mani del PDL!
SCHIAVI!

write26 ha detto...

Dicono che Marco Travaglio non fa ridere è troppo serio ed è invidioso di chi diversamente da lui "se la spassa" ma non è vero, leggiamo insieme questa “chicca sentite che burlone:

http://antefatto.ilcannocchiale.it/2009/07/15/molto_partito_poco_democratico.html

zucabbo ha detto...

Che Veltroni sia stato lo sfascio del PD e di una ceta sinistra si era capito;

Che il PD è sempre più schiavo e complice del PDL anche;

che non si voncono le elezioni perchè non si ha una valida alternativa al nano malefico era assodato;

ma che nelle sezioni del PD avessero iniziato ad ubriacarsi pesantemente con tequila ed altri super alcoolici del genere non ce lo saremmo mai aspettato!!!!
St'imbecille sta zitto per oltre un anno, in castigo dopo aver combianto quello che è sotto gli occhi di tutti e per riaquistare visibilità fà un' analisi frettolosa e soprattutto populista!

Ringrazio Dio che sono comunista e non iscritto al PD!

Più Forti ha detto...

Cari signori...il governo ha deciso:si ritorna al NUCLEARE.
Però ,le regioni hanno già iniziato a dire, NO AL NUCLEARE.Dice no Nichi vendola,governatore della puglia di Sinistra e Libertà. e dice no anche Ugo Cappellacci,neoeletto governatore della Sardegna che è del Pdl, il partito di Silvio berlusconi. per qualcuno è un'opposizione di principio. Per qualche altro è un no frutto di un attenta valutazione tra costi e benefici.Per tutti parla Vasco Errani(Emilia-Romagna), presidente dei presidenti di regione:"il governo ha imboccato la strada sbagliata".

E' la riproposizione del modello autoritario di gestione delle scelte tecniche e scientifiche, utilizzate con apparente successo da Guido Bertolaso per gestire l'emergenza rifiuti in Campania o l'emergenza terremoto in Abruzzo.Ma è un metodo che nn sempre funziona.Questa è la lezione che è venuta da Scanzano Jonico, nel 2003,quando la protesta popolare costrinse il governo( il 2°governo Berlusca)a ritirare l'atto unilaterale con cui aveva scelto il sito di profondità per stoccare le scorie nucleari dell'intero Paese.
Cosicchè è facile prevedere che il no dei governatori alle nuove centrali nucleari sarà fatto proprio dalle popolazioni, se il 4° governo Berlusconi dovesse continuare a procedere i maniera unilaterale e scegliere i siti per le centrali nucleari che intende costruire e per le scorie che quelle centrali produrranno.

Però signori, l'Italia può anche decidere di ritornare sui suoi passi e scegliere l'opzione nucleare per modificare l'antico paradigma energetico fondato sui combustibili fossili, superare col minor danno possibile il picco del petrolio e contrastare i cambiamenti climatici.
Ma solo se la scelta è condivisa, non se è imposta.
Quindi, non è possibile, in una società complessa e in un Paese democratico, somministrare, con atto d'imperio, il trattamento nucleare obbligatorio.

Voi che dite?
Nucleare si o nucleare no?

Caro swan, potevi risparmiartela questa battutina!!!

Buona serata a tutti...

write26 ha detto...

Caro più forti, ad eccezione delle leggi che riguardano direttamente il Premier , quasi tutto ciò che decide questo governo non è praticabile:

o perché è contro la costituzione, o è contro le direttive del fondo monetario internazionale, o è contro le disposizioni dell’ONU o è contro le normative Europee o addirittura è contro i diritti dell’uomo o, peggio ancora, è lui stesso che ci ripensa.

Basta pensare al decreto sicurezza: in Italia abbiamo i campi di accoglienza strapieni, e i carceri idem lui, perché deve far contenti quei dementi della Lega, perché a lui della sicurezza non gliene importa nulla (altrimenti avrebbe assunto un atteggiamento diverso riguardo le intercettazioni telefoniche) fa una legge dove 600.000 clandestini diventano delinquenti quindi da carcerare e i 400.000 datori di lavoro idem quindi anche quest’ultimi da carcerare, come ciliegina sulla torta raddoppia i tempi di permanenza nei campi di accoglienza invece di accelerare le pratiche per regolarizzarli. Sarà praticabile? A Napolitano non piace, impropriamente, invece di rinviarla alle camere, scrive una lettera al governo (senza citare il bavaglio che questa legge mette alla stampa) e paradossalmente la firma anche se la ritiene inutile e dannosa, il nostro Presidente della Repubblica è un altro al quale piace fare come gli pare, ma non si può dire, neppure sussurrando, altrimenti il PD senza Elle si incazza. ( e qui l’ultimo commento di Swan, permettimelo, calza a pennello)

Per quanto riguarda le centrali nucleari, visto “che quelle cose li” se presentano un guasto sono dolori a prescindere da dove vengono allocate, pongo una questione che non riguarda le scorie e neppure la locazione, la domanda è la seguente:

CHI FA LA MANUTENZIONE E CHI FA I CONTROLLI?

Le stesse aziende che si occupano di Treniltalia (leggi Viareggio) o quelle che ultimamente in tribunale hanno sostenuto che in Tyssen Krupp tutti gli impianti erano a specifica? O quelle che hanno costruito i palazzi con “cemento disarmato” in zone ad alto rischio sismici? (leggi L’Aquila)

In un paese, dove per mancanza di controlli e per mancanza di prevenzione muoiono quattro operai al giorno sul lavoro (mille e trecento nel 2008) dove esplode una cisterna di GPL dentro una stazione, dove esplode un impianto in un azienda metallurgica che “funzionava perfettamente” (non accade neanche in Bangladesh ) tu come ce la vedi una bella centrale nucleare.

Un abbraccio write26

P.s. Questa sera ci siamo riuniti in biblioteca, speravo d’incontrarti, peccato, spero alla prossima.

Swan ha detto...

Non mi sembra di aver fatto nessuna battuta. Trovo vergognose le parole di Veltroni ma non mi meraviglio se penso che fa parte di un fantapartito che esiste solo sulla carta e continua a spalleggiare questo governo e,nello specifico,la nostra amministrazione. Veltroni dovrebbe tacere e farsi da parte come il 90% dei componenti del PD-L.
Da quindici anni questo partito non ha un leader e, a pochi mesi dal congresso, uno butta fango sull'altro.
Essere una persona di Sinistra vuoldire anche avere il coraggio di dire determinate cose. Allora se ti trovi di fronte alla figlia di craxi non vai li a fare il leccaluco,le dici chiaro e tondo che Craxi era un mafioso ed ha portato in Italia un modo sporco e corrotto di fare politica. Se non hai il coraggio di dire queste cose è meglio se declini l'invito. Se Veltrusconi viene invitato a Corleone dobbiamo aspettarci che dica che Provenzano e Riina sono stati i migliori imprenditori che la nostra nazione abbia mai avuto?

chat ha detto...

Per favore qualcuno potrebbe fornirmi un po di informazioni sull incontro tenutosi ieri in biblioteca, perchè a causa di una cena non sono potuto venire? Com' è andata? Quanti eravate? Le persone invitate hanno risposto al vostro invito?

Spero che qualcuno di voi possa darmi delle risposte.. grazie mille

write26 ha detto...

Errata corrige al mio precedente commento:

la legge sulla sicurezza non ha nulla a che fare con il bavaglio alla stampa quella Napolitano l’approverà ad ottobre, perdonate l’errore write26

Swan ha detto...

Ieri sera c'è stata una bella chiacchierata. Abbiamo esposto ad Alessio quello che secondo noi manca e gli abbiamo proposto qualche piccolo accorgimento.
Eravamo sempre i soliti,purtroppo,con l'aggiunta di Ettore Panno e Tonino Fasolo.
In conclusione abbiamo deciso di scrivere un volantino chiedendo qualche spiegazione al Sindaco su alcuni impegni presi in precedenza e,secondo noi,laciati li a marcire.

write26 ha detto...

Caro chat, le persone che abbiamo invitato non hanno declinato l’invito, cmq non era un’informativa creata per ottenere la massima partecipazione ma per raccogliere dati e opinioni, c’erano tutti i fondatori del Blog, il Delegato alle Politiche Giovanili, tre membri dell’Ass. Commercianti, una bella ragazza, mancavi tu, Più Forti e Xbass……….altre persone non ne avevamo invitate.

Si è parlato del perché il turismo a Lenola non decolla anzi del perché sta scomparendo e di cosa si potrebbe fare per porre un rimedio sia contingente sia a lungo termine.

La prossima settimana, dopo aver visionato un documento riguardo alcuni impegni che quest’amministrazione avrebbe assunto, distribuiremo un volantino per porre il problema all’attenzione della cittadinanza, nel contempo, chiederemo un incontro al Sindaco e agli Assessori di competenza (se ce ne sono) per vedere che cosa si può fare subito e se il progetto per lo sviluppo turistico, che attualmente dovrebbe essere nelle menti di chi ci amministra, si può arricchire attraverso il contributo di tutti.

A tale scopo invitiamo te, Più Forti e Xbass a farvi venire qualche idea in modo di poter aprire una discussione costruttiva anche su questo Blog.

Ciao write26

write26 ha detto...

Ciao Swan, ho letto il tuo commento dopo aver postato il mio, un abbraccio Vladi

Swan ha detto...

Nessun problema...

chat ha detto...

Ok write, bella iniziativa quella del volantino. Un bel modo a mio parere per fornire informazioni ai cittadini. Per quanto riguarda l incontro da tenersi con il sindaco e gli assessori di competenza ti consiglio di impostarlo come una specie di conferenza stampa, con il sindaco e gli assessori seduti dietro un tavolo e poi i cittadini, chiunque voglia, a porgli questioni e delucidazioni. Per me si potrebbe fare in biblioteca. Questa è un' idea, poi sta a voi decidere come e dove fare questo incontro!!

Ciao e buona giornata a tutti

zucabbo ha detto...

Terremoto, l'ira del sindaco Cialente
"Restituisco la fascia a Napolitano"

Il primo cittadino dell'Aquila sulla richiesta delle imposte sospese dopo il sisma. "Non possiamo pagarle, qui la gente ha perso tutto". Poi attacca il governo: "Dicono che siamo tornati alla normalità, invece ci hanno abbandonati

write26 ha detto...

Rif. Commento del 18 Luglio

Caro Chat, non sta a noi stabilire le regole o l’impostazione di un eventuale incontro con l’amministrazione, noi dobbiamo conquistarcelo e ti garantisco che convincerli non sarà cosa facile.

I politici, in senso generale, non sono così fessi al punto di concedersi alle domande (o agli insulti, a volte ingiustificati) del grande pubblico, hanno nelle loro mani il potere e sono convinti (sia chi siede tra i banchi della Minoranza sia chi è in Maggioranza) di avere ricevuto una delega in bianco, in realtà non è così, e a volte, per ricordaglielo si fa fatica.

La nostra è una democrazia pseudo rappresentativa quella partecipativa, per ora, è solo nei nostri sogni.

Noi dobbiamo costruirlo quest’incontro, dobbiamo fare in modo che ai politici convenga più partecipare che declinare l’invito, ti è chiaro il concetto mio giovanissimo amico?

Con affetto write26

write26 ha detto...

20 luglio 2009 Il Coraggio di Rosaria e le chiacchiere del PD
di Vincenzo Iurillo.

Dice al Corriere della Sera l’ex segretario del Pd Walter Veltroni che desidera far parte della commissione Antimafia perché «non si può accettare passivamente di vivere in un Paese in cui le mafie hanno un potere sempre più invadente, Saviano vive braccato, i camorristi sparano per strada. Assurdo che in Italia si parli d’altro».

Verrebbe da aggiungere che è altrettanto assurdo che il Pd abbia candidato alle europee la coraggiosa cronista Rosaria Capacchione, che vive sotto scorta per le minacce della camorra, per poi abbandonarla al suo destino e non farla eleggere, triturata nella guerra tra i cacicchi. E che non si può accettare passivamente che un partito utilizzi un simbolo antimafia come Rosaria per far votare ed eleggere i discepoli di Bassolino e di una stagione di malagestione da archiviare al più presto.

La sua vicenda, finita nel dimenticatoio, è la prova che nel Pd di Veltroni e Franceschini esiste una distanza siderale tra le chiacchiere al vento di un’intervista e i comportamenti concreti.
E’ Dario Franceschini a volere la Capacchione in lista. Assicurandole il pieno sostegno, politico e finanziario, del Pd. La Capacchione, che vive di stipendio, abita in un appartamento popolare, non ha la notorietà di Saviano e non si è mai candidata a nulla, ci crede. Ci casca. Accetta. Non sa che di lì a poco diventerà, per usare le parole di Luigi De Magistris, lo “specchietto per le allodole” di un partito che in Campania, sulla questione morale e della legalità in politica, ha un atteggiamento quantomeno ambiguo.

Succederanno cose strane. D’Alema invita le truppe di Red «a votare Lavarra in Puglia e la Capacchione in Campania». Mah. Franceschini non inserisce il nome della Capacchione tra quelli da invitare nei talk show politici, preferendole la Serracchiani. Il Pd campano affianca a Rosaria un coordinatore politico vicino a Nicolais – e quindi a Veltroni – che invece di riempirle l’agenda di appuntamenti, li depenna a uno a uno con le motivazioni più disparate. Ben presto costui viene allontanato dal comitato, ma si sprecano giorni preziosi. Nel frattempo latitano i promessi aiuti economici del partito per manifesti e facsimili. Arriveranno a campagna quasi conclusa, dopo che la Capacchione si è dissanguata con un mutuo sulla busta paga.

A fine maggio il circolo locale del Pd impedisce alla Capacchione di organizzare a Casal di Principe, la capitale di Gomorra, la presentazione del “Manifesto per un’Antimafia Europea”, una serie di proposte per snellire le procedure di confisca all’estero dei capitali mafiosi. Il segretario casertano del Pd, Enzo Iodice, recentemente riconfermato dalla giunta Bassolino alla guida dell’ente provinciale turismo di Caserta, non sanziona i democrat casalesi e si limita a parole di circostanza.

Nelle urne la Capacchione raccoglie 73mila voti. Tantissimi. Non abbastanza per essere eletta. In Campania ben tre candidati napoletani ne raccolgono di più, uno diventa eurodeputato. Provengono tutti dalla maggioranza di Bassolino.

Il commento migliore è quello del parlamentare Pd Andrea Sarubbi: «Quando il Pd sceglie di candidare al sud una giornalista minacciata dalla camorra per dare un segnale forte di legalità, non può poi pretendere che i voti arrivino tutti da soli: tanto più che, se non sei un volto televisivo, quando la gente ti vede sui manifesti neppure ti riconosce. I 73 mila voti di Rosaria sono (quasi) tutti suoi; ma per essere eletti al Sud, e questo il Pd non poteva non saperlo, non ne bastavano neppure 110 mila. Come si poteva pensare che una rappresentante della società civile, al di fuori di ogni meccanismo organizzato, ci arrivasse da sola?».

Domanda che il Corriere della Sera non ha fatto a Veltroni: quale segnale di lotta alla camorra ha dato il Pd facendo sbranare la Capacchione dai capibastone di Franceschini e Bassolino?

La risposta l’ha già data il settimanale ‘Oggi’, titolando: «Stop a donna coraggio, la camorra ringrazia».

write26 ha detto...

La difficile lingua del Pd di Antonio Padellaro

20 luglio 2009
Leggo con attenzione le cronache sulla corsa alla segreteria del Pd e non capisco. Avrà anche ragione Eugenio Scalfari a dire che tra Franceschini, Bersani e Marino si sta svolgendo un dibattito serio. Ma quanti potranno apprezzarla questa serietà se occorre un dizionario di politichese per cogliere le differenze di linea o se tutto si limita a un battibecco più o meno cifrato? L'altro giorno Franceschini ha detto che il suo Pd "sarà solido ma non degli anni '50". E Bersani ha risposto "che è da cretini pensare a partiti di 50 anni fa". Boh. Che avranno voluto dire?

Tessere moltiplicate e voti spariti
Per giorni la nomenklatura del pd si è accapigliata intorno al problema. Grillo sì Grillo no. Ottenendo l'esatto risultato che Grillo si aspettava quando ha chiesto di partecipare alle primarie. E cioé una babele di voci e di insulti che ha mostrato un gruppo dirigente chiuso a riccio a difesa di se stesso. E mentre ci si azzuffava su Grillo neanche una parola sui 4 milioni e passa di voti che il Pd ha perduto per strada dalle elezioni già non brillantissime del 2008. Non una sillaba sullo scandalo delle tessere che in Campania e nel Lazio si stanno moltiplicando per incanto, guarda caso, proprio alla vigilia del congresso.

La lingua di Obama
Per farsi capire dai loro elettori sempre più disamorati basterebbe che i nostri cari dirigenti ripassassero i discorsi di Barak Obama. Uno che parla di uomini, donne, giovani e vecchi e non del partito solido e liquido. Sentite questa frase:

" Non possiamo dire ai nostri giovani di andare bene a scuola e poi non aiutarli quando tornano a casa".

E' così difficile parlare al cuore della gente?