
Paesaggi Immaginari: Weird Folk 4 – Joanna Newsom e altri menestrelli
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Nulla si crea e nulla si distrugge, tanto meno in piena epoca postmoderna;
e se è vero, come diceva il vecchio Tolkien, che “le radici non gelano”,
non sor...
15 anni fa
3 commenti:
Un gruppo di operaie di una industria tessile di New York, sciopera contro le condizioni disumane in cui si trovano a lavorare.
Lo sciopero continua per diverse giornate..-fino all’8 marzo quando la proprietà dell’azienda blocca le uscite della fabbrica impededendo alle operaie di uscire.
Un incendio ferisce mortalmente 129 operaie.
L’8 marzo diviene simbolo dei soprusi che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.
L’8 marzo oggi è una festa come San Valentino...una giornata commerciale, dove ai semafori si acquistano mimose dagli zingari a poco prezzo.
Ma cosa c’entra tutto questo?
Propongo di astenersi dall’acquisto di mimose o da futili cene in nome di una femminilità che non è senz’altro quella per cui si spensero le vite delle 129 operaie.
L’8 marzo è il ricordo di quella triste giornata.
Ricordo che da bambino a scuola la maestra ci faceva leggere ogni anno la storia di queste operaie. Chissà se oggi lo fanno ancora. Ho paura che le nuove generazioni nemmeno siano a conoscenza dell'accaduto. Questa ricorrenza è ormai diventata,come tutte le altre,solo un appuntamento consumistico di questo mondo che ormai perde valori ogni giorno di più.
AUGURI!
Minny, non finisci mai di stupire.
Per anni mi sono unito alle poche voci contro questa festa idiota e commerciale;
contro le serate in discoteca, sintomo di una prostituzione commerciale alla mercè di quattro allupati e potenziali meretrici!
La donna, quella con la D maiuscola, non ha bisogno delle discoteche o delle serate di strip per capire e comunicare la prorpia grandezza ed importanza!
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