
Roma, 5 Dicembre 2009- ''L'onda viola'', come è stato ribattezzato dai manifestanti il corteo di oggi a Roma contro Silvio Berlusconi, scegliendo un colore simbolo come hanno fatto con il verde a Baghdad gli oppositori al regime iraniano degli ayatollah, ha raggiunto il suo obiettivo numerico.
Molte le bandiere di Sinistra e libertà, Italia dei valori, Rifondazione, Pdci e Verdi. Quasi inesistenti quelle del Pd. Erano presenti alcuni dirigenti del partito accolti tra gli applausi e qualche battibecco per la non adesione dell'intero Pd: la presidente Rosy Bindi, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, l'ex ministro Giovanna Melandri, la parlamentare europea Debora Serracchiani, il senatore Ignazio Marino.
Il segretario Pierluigi Bersani ha scelto di non partecipare personalmente al corteo e di non far aderire il Pd per non depotenziare, ha dichiarato, il carattere spontaneo dell'iniziativa di oggi che nel suo intento doveva evitare una eccessiva presenza organizzata dei partiti. ''Noi abbiamo una nostra strategia per l'opposizione che rispetta e dialoga con quella di movimenti e associazioni'', ha precisato Bersani.
E' probabile che questa adesione a metà del Pd sarà però foriera di nuove polemiche nel centrosinistra, soprattutto con Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv, per ora, usa la prudenza: ''Oggi non mi sentirei di dire una sola parola su questo o quel partito''. Da domani il clima potrebbe cambiare tra Pd e Idv. In vista delle elezioni regionali della prossima primavera, il segretario Bersani deve decidere se il suo principale alleato e' l'Idv o l'Udc di Pier Ferdinando Casini....e a Casini la manifestazione di oggi non è proprio piaciuta.
12 commenti:
Un milione di persone che sfilano in piazza contro le leggi ad personam e il conflitto d’interessi, l’arroganza di un premier che pensa solo a risolvere i suoi problemi con la giustizia in un contesto dove la crisi economica comincia a colpire anche le fasce medie della popolazione dovrebbe far riflettere non chi ci governa ma chi ha scelto di praticare un opposizione appiattita sulle proprie rendite di posizione.
Bersani e Casini sostengono che non è questa la maniera di protestare e allora, restando in un clima democratico, quale sarebbe ,a loro avviso, il giusto criterio per manifestare il proprio dissenso? Quello di presentare candidature d’apparato ad ogni consultazione? Quello di dichiarare, come ha fatto Enrico Letta al corriere della sera, che il Premier ha il pieno diritto di difendersi DAI processi? Quello di bisticciare per qualsiasi stronzata?
Ma veramente Bersani pensa che Berlusconi si manda a casa tenendo in piedi i cocci di un partito metà di piazza metà salottiero, metà cattolico metà laico, metà legale metà indagato, metà con Idv e Di Pietro metà con Udc e Cuffaro?
C’è da chiedersi se il conflitto d’interessi è una distonia che caratterizza solo la maggioranza di governo perché che in parlamento , tra le file dell’opposizione, siedono persone, che sono li solo per difendere la propria poltrona e gli interessi del proprio partito È UN CONFLITTO D’INTERESSI CHE SI AGGIUNGE AD ALTRI PIÙ O MENO PALESI.
Perché questa gente non ha ricevuto un mandato elettorale, non è stata scelta dai cittadini ma è stata nominata dai partiti che potrebbero revocargli la delega in qualsiasi momento.
Contro questa politica imbastardita sabato sono scese in piazza centinaia di migliaia di persone non solo contro Berlusconi:
IL POPOLO DELLA RETE INTENDE RIAPPROPRIARSI DELLA POLITICA…………….PER QUESTO MOTIVO BERSANI E CASINI NON HANNO PARTECIPATO.
saluti write26
“Il nuovo che avanza”…..che espressione sciagurata!!!!!
A Bersani manca la comunicazione e ritengo che nella gestione di un partito sia molto importante.
Il mite Prodi era un omino che comunicava benissimo ciò che doveva…magari non era il massimo per una cena a lume di candela…Bersani,riguardo alla sua assenza al No B Day,non è riuscito a convincere nemmeno gli iscritti…figuriamoci.
No B. Day, l’intervento di José Saramago premio Nobel per la letteratura (messaggio letto dagli organizzatori)
Se Cicerone ancora vivesse con voi, non direbbe: “Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?” e aggiungerebbe “Fino a quando, Berlusconi, attenterai contro la nostra democrazia?”. Si tratta di questo. Con la sua idea particolare sulla ragione d'essere ed il significato della istituzione democratica, Berlusconi ha trasformato in pochi anni l'Italia nell'ombra grottesca di un Paese ed una grand parte di italiani in una moltitudine di burattini che lo seguono senza rendersi conto di camminare verso l'abisso della dimissione civica definitiva, verso il discredito internazionale, fino al ridicolo assoluto.
Con la sua storia, la sua cultura, con la sua innegabile grandezza, l'Italia non merita il destino che Berlusconi ha tracciato con cinica freddezza e senza la minima traccia di decenza politica, senza il più elementare senso di vergogna di se stesso. Mi piace pensare che la gigantesca manifestazione di oggi contro la “cosa” Berlusconi, dove verranno lette queste parole, si trasformerà nel primo passo verso la libertà e la rigenerazione dell'Italia. Per fare questo non sono necessarie armi, bastano i voti. In voi ripongo la mia fiducia.
José Saramago
Cara Minny dovremmo essere più clementi con Bersani, figlio di un benzinaio, un uomo che prima nel PCI, poi nel PDS e i DS si è distinto per onestà, impegno e idee, giovanissimo Consigliere nel Comune di Piacenza, Presidente della Regione Emilia Romagna, più volte Ministro nei governi Amato, D’Alema, Prodi non ne ha mai sbagliata una, Bersani è sicuramente uno dei pochi parlamentari che finora si è sempre guadagnato lo stipendio.
Il problema cara Minny non è lui ma il partito che dirige, un accozzaglia di tecnicismi, interessi privati, privilegi, vecchi retaggi, invidie, veti incrociati, controversie un partito che qualche anno fa, ingenuamente, preso da lasciti affettivi e da quello spirito di appartenenza al quale anch’io non sono stato immune, ho contribuito a fondare e che ho anche votato, dal quale, ritornato al senso della ragione, ho preso subito le distanze.
Alla manifestazione mi hanno colpito due frasi di Salvatore Borsellino: “ non possiamo permettere che sia Spatuzza a cacciar via Berlusconi, non possiamo permettere che sia la mafia a stabilire le sorti di questo paese” purtroppo così sarà, ci libereremo presto di Berlusconi ma non dal quel berlusconismo che ha contagiato anche chi siede tra i banchi dell’opposizione.
Buona serata write26
Non metto in dubbio le capacità di Bersani,credo invece che il segretario di un partito dovrebbe proporre, coinvolgere ed avere sempre l'ultima parola.Dovrebbe assemblare il suo partito e scegliersi gli uomini da tenere al suo fianco.Un segretario di partito non può essere tenuto in pugno e non deve scendere SEMPRE a compromessi.Forse è proprio per questo che il PD non se la passa troppo bene...sono tutti "segretari".
Buona giornata
Whrite intervengo di rado nei blog ma leggo sempre i tuoi commenti e mi capita spesso anche di essere d’accordo con te. Mi piacerebbe che tu mi spiegassi una cosa, il PD non è un partito che a te fa impazzire e non fa impazzire neppure me, ma se vogliamo battere Berlusconi alle regionali saremo costretti ad allearci con loro, come sarà possibile questa alleanza se da quando ti conosco non perdi occasione per insultarli.
Caro zonacesarini se fosse per me (che non sono nessuno) non ci sarebbe nessuna alleanza con il PD se fosse per Ignazio Marino l’apparentamento tra PD e IdV sarebbe scontato…….Bersani la pensa diversamemente.
Alle regionali dove verranno effettuate le primarie saranno i cittadini a decidere dove non verranno effettuate IdV non presenterà candidati appoggerà le proposte degli altri partiti che si sono distinte per impegno e per valore morale.
Sarà molto difficile che il centrosinistra riuscirà a mantenere la presidenza di qualche regione e questo non grazie all’opposizione troppo aggressiva condotta da IdV a Berlusconi o alle critiche che Di Pietro non risparmia al PD ma grazie a Bassolino, a Marrazzo, a Lojero, a Del Turco e a Vendola/Tedesco che non si sono affatto distinti ne per l’etica ne per la trasparenza.
Il PD dal giorno della sua nascita sta spendendo tutte le energie possibili alla ricerca di un identità che sembra ancora non abbia trovato, una ricerca impropriamente mascherata da problemi etici che non hanno rilevanza all’interno degli altri partiti, le incognite non le crea Paola Binetti ma l’assenza di legalità, l’impossibilità della dirigenza di fare, nel proprio interno, quella pulizia di cui il partito avrebbe bisogno soprattutto nel meridione.
Francesco Rutelli e Massimo Calearo non hanno lasciato perché non accettano lo spostamento dell’asse del partito a sinistra perché è avvenuto l’opposto, perché pur essendo riusciti loro a spostarlo a destra non hanno ottenuto risposte concrete ai loro interessi.
Chi si ciba esclusivamente di televisione non può percepire queste particolarità, nell’immaginario collettivo gli italiani vedono Berlusconi un perseguitato dai magistrati, un Bersani imprigionato nei problemi etici, un Di Pietro a capo della sinistra italiana, una sinistra radicale frammentata.
Non è così: I magistrati non stanno perseguitando Berlusconi stanno facendo semplicemente il proprio dovere, all’interno del PD esistono consistenti problemi di legalità non etici come si vuol far pensare, Di Pietro non è un comunista non considera la proprietà privata un furto all’umanità, la sinistra radicale da un lato i sta cercando di ricompattarsi dall’altro ha cominciato a tingere sempre più di rosso il partito di Di Pietro riconoscendosi, con insignificanti distingui, nello statuto di IdV, nei valori e nelle iniziative.
Questo è il quadro che si sta creando caro zona cesarini. Un Bersani sempre più vicino a Casini. Un Di Pietro e Ferrero che parlano con la stessa voce. Non so a chi gioveranno questi nuovi matrimoni certo è che il PD senza Di Pietro e i Comunisti può solo perdere consensi e ulteriori pezzi.
Berlusconi e Bossi, se non fosse per Fini, per i magistrati, per la stampa estera e per alcuni settori ecclesiastici potrebbero governare in eterno.
Ciao write26
La manifestazione del 5 dicembre potrebbe avere un imprevedibile seguito in tribunale. È partita - da Facebook, ovviamente - una campagna per querelare il direttore del Giornale Vittorio Feltri, che all'indomani del No Berlusconi Day scrisse che i manifestanti erano «amici di Spatuzza».
«Se fossimo amici di Spatuzza», si legge nell'appello, «molto probabilmente saremmo Presidenti del Consiglio, mio caro Feltri. Ora basta con l'informazione deviata e tendenziosa, ci siamo ROTTI di pagare le tasse per versarti i CONTRIBUTI PUBBLICI per poi essere diffamati. NOI NON SIAMO AMICI DI SPATUZZA. In Italia c'è il reato di diffamazione. Facciamoci valere. QUERELIAMO IL GIORNALE!».
Pochi giorni di tam tam e i membri del gruppo sono già quattromila. Nel frattempo è arrivata la disponibilità da parte del popolo delle Agende rosse a offrire gratuitamente supporto legale. Ora l'appello continua a circolare e i promotori puntano a «ottenere un risarcimento danni da devolvere poi ad associazioni anti-mafia». Non fosse altro che per questa ragione, c'è da augurarsi che abbiano successo.
Fonte: Unita.it
Siamo arrivati più in fondo del fondo.Le ultime dichiarazioni di Berlusconi fanno veramente girare nella tomba.Mi piacerebbe sapere se tutti quelli che lo hanno votato si siano pentiti di tale gesto.Non si può condividere tutto questo solo perchè si "appartiene" a quel partito.Secondo me si stà scavando la fossa da solo e forse, se il buon Fini è un tantino esibizionista,capace che gli fà vedere le sue di biglie.
Buona serata
L'aggressione nei confronti di Berlusconi e' un gesto inconsulto e sconsiderato che noi dell'Italia dei Valori deploriamo e condanniamo fermamente. Ma questo non può e non deve giustificare e legittimare il totale abbandono nel quale il Governo ha lasciato le fasce sociali più deboli, i lavoratori che hanno perso il lavoro e tutti coloro che non arrivano alla fine del mese.
Già nei giorni scorsi ho segnalato l'esasperazione che ho avuto modo di notare nelle piazze, durante le manifestazioni. E ho lanciato l'allarme che il menefreghismo del Governo, prima o poi, avrebbe rischiato di procurare reazioni negative.
Condanniamo fermamente l'accaduto e ripeto che non è prendendosela con me che si affronta il problema.
Antonio Di Pietro
"Il governo interverrà per porre fine a quella che considera istigazione a delinquere, attraverso internet, con effetti che tutti purtroppo abbiamo visto Il ministro dell'Interno Maroni ribadisce, nel corso dell'informativa alla Camera sull'aggressione a Berlusconi, che il governo porterà in Cdm giovedì le norme per oscurare i gruppi e i siti violenti (??). Infuocato il dibattito: il Pdl ha lasciato l'aula quando ha parlato Di Pietro".
Io direi di chiudere gli stadi,le osterie,le discoteche,le strade e le autostrade.
Mancava giusto lo psicolabile a dargli l'opportunità di spegnere l'ultimo mezzo rimasto per informarci.
L’aggressione al Premier, lo ha ferito e mi ha ferito non certo per una mia simpatia politica, ma perché è il mio Premier, così come allo stesso modo mi imbarazza quando dimentica il suo ruolo e deborda con discorsi da prepotente e vincente che gli vengono con cauta gentilezza scusati da interlocutori con più alto senso dello stato di lui.
Ma il disgusto rimane, tutto si altera e si utilizza a proprio uso e consumo, anche questa deprecabile aggressione, con interventi opportunisti, atti a sfruttare il momento e l’indignazione di noi cittadini confondendo e avvelenando le acque.
Con quale animosità ieri il presidente dei deputati pdl Cicchitto ha fatto un sillogismo con l’ aggressore e tutta una lista di esecrati dalla maggioranza. Ce li ha messi tutti l’onorevole Cicchitto dai gruppi editoriali, passando per i giudici per atterrare sul partito a lui più inviso. Veramente un discorso da statista che si rende conto del dramma del Paese…e complimenti a tutti coloro che hanno applaudito a frasi come queste intrise di odio e utilizzate politicamente non molto dissimili, nella sostanza, da quei scellerati che inneggiano all’aggressore sui social network, con una differenza non marginale, loro non rappresentano nessuno e non hanno il dovere di misurare le parole.
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